Olio grossi problemi per il mercato italiano

Brutta annata per l'olio extravergine di oliva italiano…
le condizioni atmosferiche hanno rovinato non poco l'annata 2016.
Un allarme lanciato da Coldiretti che ha calcolato un crollo del 38% della produzione in Italia, scesa ad appena 298 milioni di chili.
 Secondo tale calcolo sono previste scorte di olio extravergine fino ai primi sei mesi del 2017.
D'altro canto i prezzi alla Borsa merci di Bari hanno segnato un +43% per l'extravergine rispetto all'inizio dell'anno, solo nell’ultima settimana.
Questa situazione può comportare un inserimento di olio estero nella nostra filiera.Si  calcola un calo del 39%, al nord di appena il 10%, mentre al centro del 29%, con la Toscana in linea con questa riduzione. Molto male anche il mercato dell’olio in Grecia, dove la produzione crolla del 20%, in Tunisia (-21%), mentre in Spagna, che si conferma leader mondiale, si stimano circa 1400 milioni di chili, in linea con l'anno scorso. La Turchia, invece, spicca con +33% di produzione, per 190 milioni di chili. Si prevede dunque una produzione mondiale a 2,785 miliardi di chili, in calo del 9%, con conseguenti tensioni sui prezzi.

Sequestri nel Perugino

Nell'ambito dei controlli ad opera degli uomini della polizia di stato, sono stati sequestrati a perugia ingenti quantitativi di merce scaduta.
Durante i controlli, in alcuni esercizi commerciali sono stati riscontrati non solo carenze igieniche ma anche merce scaduta ma messa in commercio, in alcuni negozi etnici sono stati riscontrati  gravi irregolarità nella tracciabilità, denominazione e conservazione degli alimenti. 

Operazione “Fortitude”

Gli uomini della Guardia Costiera  di Reggio Calabria, nell'abito della Operazione “Fortitude” hanno sequestrato nel mese di ottobre fra la Calabria e la Basilicata ingenti quantitiativi di pescato.
 
 L’attività di polizia marittima svolta nella sola zona di competenza del Compartimento Marittimo di Reggio Calabria ha condotto al:
 
 sequestro di circa 150 kg di prodotto ittico vario, rinvenuto in cattivo stato di conservazione a carico di diversi venditori ambulanti non autorizzati;
nr. 4 denunce per frode in commercio a carico di quattro ristoranti, per presenza nei rispettivi menù della non corretta indicazione al cliente riguardo la qualità degli alimenti. Nello specifico all’interno dei locali venivano rinvenuti prodotti ittici congelati utilizzati per la preparazione di pietanze, posti in vendita come freschi;
nr. 24 verbali amministrativi per un ammontare di oltre 41.000 euro, a carico di:
–      esercenti commerciali per la non corretta etichettatura dei prodotti ittici messi in vendita nei locali delle rispettive pescherie;
 
–      pescatori professionali per aver imbarcato sul proprio peschereccio marittimi e non aver provveduto all’annotazione degli stessi sui documenti bordo;
 
 
–      pescatori professionali per la detenzione e l’utilizzo di attrezzi da pesca non consentiti (illegali) con conseguente sequestro amministrativo dei relativi attrezzi;
 
–      diportisti per la detenzione di reti da pesca non consentite per la pesca sportiva/ricreativa.
 
Complessivamente sull’intero territorio regionale sono stati redatti:
 
nr. 45 verbali di illeciti amministrativi, per un importo complessivo di oltre € 80.000 Euro con circa 1.200 kg di prodotti ittici sequestrati;
nr. 10 denunce penali di cui 8 per cattivo stato di conservazione dei prodotti alimentari e 2 per frode in commercio;
nr. 9 sequestri penali per un totale di oltre 200 kg. di prodotto ittico di varie specie.
nr. 8 sequestri di vari attrezzi da pesca utilizzati illegalmente in violazione alle norme di sicurezza della navigazione ed in materia di pesca sportiva.
nr. 1 sequestro amministrativo di un esemplare di tonno rosso
kg. 70 circa di pesce spada.
 
 

Sequestro macelleria abisiva

 I NAS  si Napoli hanno scoperto in un garage di a Santa Maria la Carità, in provincia di Napoli, una macelleria abusiva
Durante i controlli sono stati sequestrati circa 1000 kg gi carne elevando una sanzione pecuniaria di 11.500 euro 

CONAD ritira le vongole di Goro

Presenza di Escherichia coli oltre i limiti di legge
 
CONAD Soc. Coop. ha ordinato in via precauzionale il ritiro del lotto 14G1 di vongole, per presunta presenza di Escherichia coli oltre i limiti di legge. Le confezioni interessate dal ritiro sono quelle presenti nei banchi frigo contenute in una rete verde con l’etichetta “Vongole Veraci“. Si tratta di una specie originaria della zona asiatica (Tapes semidecussatus o Tapes philippinarum) che viene prodotta in Italia negli allevamenti dell’Ittica San Giorgio s.r.l., azienda che ha sede a Goro (FE).Nello specifico, il livello elevato del batterio non causa problemi gravi di salute, ma che, provocando fastidi all’apparato digerente, l’ingestione di queste vongole avrebbe potuto causare dolori di stomaco e difficoltà di digestione, si consiglia dunque di non consumarle. Pertanto al fine di scongiurare qualsiasi possibile rischio per la salute, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, i clienti che fossero in possesso di confezioni appartenenti al medesimo lotto sono invitati a riportarle in qualsiasi punto di vendita Conad, che provvederà alla sostituzione con altro prodotto o al rimborso.

Pezzi di vetro nel "Sugo Pronto" bio della ditta Dennree.

 Il prodotto è stato ritirato in Germania
Tra le segnalazioni di importazioni italiane da altri Paesi e ritirate dal mercato, la Germania avverte possibile presenza di frammenti di vetro nel "Sugo Pronto" bio della DENNREE.  Questa azienda è un distributore nazionale ed internazionale, attivo in Austria ed in Europa sul fronte del biologico, un settore particolarmente strategico in Germania. Le catene Dennree vendono anche prodotti a marchio del produttore purché conosciuto, anche tramite propri negozi specializzati (DENN’S). Venerdì, questa azienda, ha annunciato il ritiro a titolo precauzionale dal mercato del "Sugo Pronto" bio, vasetti in vetro da 340 g con scadenza minima 29/09/2020, perché sono stati trovati pezzi di vetro. Si raccomanda alle persone che detengono il sugo appartenente al prodotto sopra descritto di non consumarlo e distruggerlo, o di chiederne il rimborso. L'allerta in questione, sottolinea Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti", associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, risulta pubblicata sul sito istituzionale del governo tedesco http://www.lebensmittelwarnung.de/bvl-lmw-de/app/process/warnung/detail17/19074 che si occupa di allerte alimentari. La nostra associazione, quindi, dato anche il risalto che ha avuto questa notizia al di là delle Alpi, ritiene utile informare anche i nostri connazionali che si trovano all'estero e che non potrebbero essere messi a conoscenza in virtù della circostanza che l'allerta è indicata in lingua tedesca, oltre che il "Sugo Pronto" bio della DENNREE è venduto on line dai negozi di internet. Il fatto è grave e merita un approfondimento. È chiaro che nell'episodio si può ravvisare un vero e proprio pericolo per la salute pubblica perchè non è certo il numero degli episodi o dei soggetti coinvolti. Per questo occorre che le autorità indaghino per evitare che altri consumatori, magari più disattenti, possano procurarsi seri danni fisici anche perchè non si è a conoscenza se il sugo è distribuito anche in Italia.
 

Mozzarella con marchio Dop imitato: sentenza contro “Italian Sounding”

   Agli occhi del consumatore è importante la veste grafica dei prodotti nel suo insieme soprattutto in fase di acquisto dagli scaffali. Anche un semplice richiamo visivo alle principali caratteristiche grafiche di una etichetta possono generare confusione e indurre in errore il consumatore.
 
Con una sentenza (di primo grado) che potrebbe segnare un punto di svolta per la protezione delle denominazioni di origine (e dei segni grafici che le contraddistinguono) il Tribunale di Salerno, dopo ben 16 anni di lite, ha dato ragione al Consorzio di tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop.
 
Nel luglio del 2000 gli ispettori del Consorzio hanno contestato ad un produttore incarti utilizzati per il confezionamento della mozzarella che “imitava servilmente” il marchio del Consorzio di tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop (che coincide con il marchio della Dop). La questione è approdata poi al Tribunale di Salerno.
 
 
Il segno grafico oggetto di contestazione richiamava genericamente il logo della Dop pur non costituendo una esatta riproduzione ed “(…) anche se intrinsecamente diversi e materialmente inconfondibili (…)”.
 
Il Tribunale di Salerno, dimostrando grande sensibilità e contestualizzando la fattispecie, si è spinto ad esaminare le modalità con cui i consumatori effettuano le scelte presso i punti vendita, rilevando che “(…) al fine di accertare l’esistenza della fattispecie della confondibilità tra prodotti per imitazione servile, è necessario che la comparazione tra i medesimi avvenga non tanto attraverso un esame analitico e separato dei singoli elementi caratterizzanti, bensì mediante una valutazione di tipo sintetico, ponendosi nell’ottica del consumatore e tenendo conto (…) che può essere determinata da percezioni di tipo immediato e sollecitazioni di carattere superficialmente sensoriale anziché da dati obiettivi (…)”.
 
La pronuncia crea un importante precedente per la tutela delle denominazioni di origine. Non si parla solo di tutela limitata al nome ma viene riconosciuta una condotta sleale per chi imita (anche nei colori, quello in oggetto contiene i tre colori della bandiera italiana) i marchi che contraddistinguono i prodotti Dop e Igp. Occorre poi contestualizzare le modalità di scelta dei prodotti: i consumatori fanno la spesa in poco tempo, in maniera sempre più rapida. La possibilità di errore aumenta ed il Giudice del Tribunale di Salerno ne ha evidenziato l’importanza.
Il giudice ha definitivamente accolto la domanda del Consorzio inibendo al titolare dell’azienda l’utilizzo e l’eventuale rimozione del contrassegno di sua proprietà dagli incarti della mozzarella, condannandolo anche al pagamento delle spese processuali.
per info http://www.pupia.tv/2016/10/home/mozzarella-con-marchio-dop-imitato-sentenza-contro-italian-sounding/367774

NAC SEQUESTRAO DI GENERI ALIMENTARI DI LARGO CONSUMO IRREGOLARMENTE IMMESSI NEL MERCATO

NELL’AMBITO DEI CONTROLLI SULL’AUTENTICITA’ E QUALITÀ DEI PRODOTTI AGROALIMENTARI DEI CARABINIERI DEL COMANDO POLITICHE AGRICOLE E ALIMENTARI – NUCLEI ANTIFRODI CARABINIERI – SONO STATE ESEGUITE MIRATE ISPEZIONI A PRESIDIO DELLA FILIERA AGROALIMENTARE.
 
I Carabinieri del Comando Politiche Agricole e Alimentari negli ultimi giorni hanno effettuato molteplici controlli su tutto il territorio nazionale a tutela del consumatore. In particolare, i militari del Reparto Specializzato, con l’ausilio dell’Arma territoriale, hanno posto sotto sequestro:
 
nel settore ortofrutticolo, oltre 15 tonnellate di prodotti privi della prevista documentazione di “rintracciabilità di filiera”;
nel settore lattiero-caseario circa 1,7 tonnellate di formaggi con etichettatura non conforme in quanto indebitamente evocante una nota denominazione di origine protetta made in Italy;
nel settore avicolo, oltre 10.000 uova prodotte da galline allevate con mangimi non certificati.
 
Sono state controllate complessivamente 12 aziende avicole e, in due casi, accertate e segnalate ai servizi veterinari delle Asl irregolarità nella conduzione degli allevamenti, in particolare per quanto concerne il superamento della densità massima consentita rispetto agli spazi in cui erano confinati gli animali. 
 

Migros richiama i biscotti "Blévita" ai semi di zucca.

 Rischio per la salute delle persone allergiche per proteine del latte non dichiarate in etichetta
 
Durante una verifica interna effettuata dal fornitore, nel prodotto «Blévita ai semi di zucca, in porzioni, senza lattosio» sono state individuate proteine del latte benché questo prodotto non debba contenerne. Siccome il consumo di questi Blévita comporta un rischio per la salute nei soggetti allergici alle proteine del latte, Migros richiama il prodotto. Per tutte le altre persone, anche per coloro che soffrono di intolleranza al lattosio, non vi è alcun pericolo. Il richiamo riguarda due lotti con data minima di conservabilità 12.12.2016 e 31.12.2016. Siccome il suo consumo comporta un rischio per la salute nei soggetti allergici alle proteine del latte, Migros richiama il prodotto. Tutte le altre persone possono consumare il prodotto senza alcun timore. Gli articoli possono essere restituiti in qualsiasi filiale Migros, ottenendo il rimborso del prezzo di acquisto. Il prodotto, spiega Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare, potrebbe infatti scatenare allergie nei consumatori per la presenza accidentale di tracce indesiderate di questo componente non riportate nella lista degli ingredienti. I sintomi che potrebbero essere scatenati in caso di allergia includono prurito e gonfiore a labbra, palato e gola, nausea o vomito, crampi e gonfiori addominali, diarrea, flatulenza, orticaria, difficoltà respiratorie e mal di testa. In caso di reazione allergica grave si può avere a che fare con uno shock anafilattico, situazione caratterizzata da seri problemi respiratori e brusche cadute di pressione che può portare anche alla perdita di coscienza. Nel caso in cui compaiano sintomi di questo tipo è importante cercare subito l'aiuto di un medico. In particolare, lo shock anafilattico è una situazione di emergenza che richiede il ricovero ospedaliero e in cui temporeggiare può risultare fatale. Da un punto di vista sanitario si tratta di una non conformità con un elevato indice di rischio per gli allergici o colori i quali presentano un’intolleranza al latte. Mentre non ci sono problemi per tutte le altre persone che possono consumare senza problemi il prodotto oggetto del ritiro.

Coop richiama il " Merluzzo alla mediterranea Fior Fiore".

 Errore di etichettatura, per omissione dell'allergene: contiene senape e panna non dichiarati sulla confezione, a rischio gli allergici
     
L’annuncio rivolto ai consumatori è stato diramato dalla catena della grande distribuzione Coop e riguarda il lotto 62241 del "Merluzzo alla mediterranea Fior Fiore" 250g. Questo prodotto infatti contiene senape e panna, e la presenza di questi allergeni non sono segnalati tra i componenti dell’etichetta. Per questa ragione, in via precauzionale, la COOP, ne ha disposto il ritiro da tutti i supermercati. “Invitiamo i consumatori in possesso del prodotto del lotto indicato, in caso di allergia o intolleranza alla senape e panna, a non consumare il prodotto e di riconsegnarlo al punto vendita. In caso contrario consumare regolarmente il prodotto”. Pertanto Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, rilanciando l'invito di Coop, consiglia ai clienti che hanno acquistato tale prodotto che sono sensibili alla senape e panna di non consumarlo e di riportarlo al punto di vendita. La sensibilità a questi allergeni porta a sintomi abbastanza gravi come difficoltà respiratoria, fiato corto, asma, tosse. I sintomi che potrebbero essere scatenati in caso di allergia includono prurito e gonfiore a labbra, palato e gola, nausea o vomito, crampi e gonfiori addominali, diarrea, flatulenza, orticaria, difficoltà respiratorie e mal di testa. In caso di reazione allergica grave si può avere a che fare con uno shock anafilattico, situazione caratterizzata da seri problemi respiratori e brusche cadute di pressione che può portare anche alla perdita di coscienza. Nel caso in cui compaiano sintomi di questo tipo è importante cercare subito l'aiuto di un medico. In particolare, lo shock anafilattico è una situazione di emergenza che richiede il ricovero ospedaliero e in cui temporeggiare può risultare fatale. Da un punto di vista sanitario si tratta di una non conformità con un elevato indice di rischio per gli allergici o colori i quali presentano un’intolleranza alla senape e panna. Mentre non ci sono problemi per tutte le altre persone che possono utilizzare senza problemi il prodotto.

Latte. Scattato via libera indicazione obbligatoria prodotti lattiero-caseari

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che è scattato il via libera europeo allo schema di decreto che introduce l'indicazione obbligatoria dell'origine per i prodotti lattiero caseari in Italia. La Commissione UE, infatti, non ha sollevato rilievi o obiezioni entro il termine previsto di tre mesi. 
Questo sistema, in vigore dal 1 gennaio 2017, consentirà di indicare con chiarezza al consumatore la provenienza delle materie prime di molti prodotti come latte, burro, yogurt, mozzarella, formaggi e latticini.
 
"È un passo atteso da anni – ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina – che ci consentirà di valorizzare il lavoro dei nostri allevatori e di tutta la filiera lattiero casearia. L'Italia si pone all'avanguardia in una sperimentazione sulla massima trasparenza dell'informazione al consumatore. Il nostro obiettivo è che questa legge sia poi estesa a tutta l'Unione europea, dando così più strumenti di competitività e tutela del reddito ai produttori. Ringrazio il Commissario UE Vytenis Andriukaitis per la sensibilità e l'attenzione verso un provvedimento che, insieme a quello francese, non ha precedenti".
 
I CONTENUTI DEL DECRETO
 
Il decreto in particolare prevede che il latte o i suoi derivati dovranno avere obbligatoriamente indicata l'origine della materia prima in etichetta, in particolare indicando sempre il Paese di mungitura del latte.
 
Qualora il latte o il latte utilizzato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari, sia stato munto, confezionato e trasformato, nello stesso paese, l'indicazione di origine può essere assolta con l'utilizzo di una sola dicitura: ad esempio "ORIGINE DEL LATTE: ITALIA".
 
Sono esclusi solo i prodotti Dop e Igp che hanno già disciplinari relativi anche all'origine e il latte fresco già tracciato.

Dal 14 al 20 ottobre Twitter celebra il Made in Italy agroalimentare con la #ItalyFoodWeek

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che da domani, venerdì 14 ottobre, prenderà il via la #ItalyFoodWeek, iniziativa promossa da Twitter Italia con il patrocinio del Mipaaf per celebrare le eccellenze del Made in Italy agroalimentare.
 
7 giorni, 7 temi diversi sui quali aziende ed esperti del settore, ma anche appassionati di cibo, sono chiamati a confrontarsi sulla piattaforma social attraverso tweet, immagini e video legati all'argomento specifico: dai prodotti di qualità al vino, alla cucina stellata, senza dimenticare i temi sensibili come la lotta agli sprechi alimentari.
 
"Ringrazio Twitter Italia per questa iniziativa – afferma il Ministro Maurizio Martina – perché raccontare l'agroalimentare italiano e le sue eccellenze, valorizzarle e promuoverle nel mondo, significa anche saper sfruttare al meglio le potenzialità dei social network. È proprio questa la forza del nostro sistema: sapersi rinnovare nella tradizione, mantenendo ben salde le proprie radici. Abbiamo incredibili esperienze nella filiera agroalimentare che sono un patrimonio assoluto e possono esprimere tutto il loro valore attraverso la rete."
"Siamo entusiasti di creare, attraverso questa iniziativa, una piazza virtuale che consenta di celebrare le eccellenze del cibo Made in Italy in una settimana in cui già si svolgeranno in tutto il mondo eventi legati al tema del cibo e dell'alimentazione – sottolinea Livia Iacolare, Head of Media Partnership di Twitter Italia – L'#ItalyFoodWeek permetterà di creare un dialogo su tematiche importanti legate all'alimentazione e potrà coinvolgere, grazie alle caratteristiche della nostra piattaforma, chiunque vorrà prenderne parte. Non vediamo l'ora di scoprire le conversazioni e i contenuti che nasceranno da queste giornate".
 
I Tweet saranno arricchiti da una Emoji dedicata, che comparirà utilizzando l'hashtag #ItalyFoodWeek o uno degli altri hashtag ufficiali delle diverse giornate. Inoltre il sito www.italyfoodweek.it e un canale Periscope specifico permetteranno a produttori, aziende, esperti e appassionati di essere costantemente aggiornati e assistere ai collegamenti in diretta dei protagonisti e degli altri utenti in live streaming.
 
I TEMI E GLI HASHTAG DELLA #ITALYFOODWEEK
 
Venerdì 14 ottobre – #zerosprechiFW
In occasione della celebrazione alla FAO della Giornata mondiale dell'Alimentazione, sarà possibile condividere sulla piattaforma contenuti su un tema di grande importanza: lo spreco alimentare e le strategie per combatterlo.
 
Sabato 15 ottobre – #kmzeroFW
Un approfondimento dedicato al Made in Italy agroalimentare: caratteristiche, produzioni e protezione. Durante la giornata un focus sarà dedicato all'Agrogeneration con protagonisti giovani e start up agroalimentari.
 
Domenica 16 ottobre – #apranzoinsiemeFW
Cibo e condivisione: un appuntamento per scoprire tanti modi per stare insieme mangiando. 
 
Lunedì 17 ottobre – #prodottitipiciFW
Una giornata dedicata ai prodotti italiani di qualità certificata Dop e Igp: storia, tradizioni, ricette e curiosità.
 
Martedì 18 ottobre – #vinoFW
Vini e cantine: un incontro su etichette e produttori che portano in alto il nome dell'Italia nel mondo.  
 
Mercoledì 19 ottobre – #cucinaFW
Cucina e chef: dalle ricette di famiglia a quelle dei più grandi cuochi d'Italia per raccontare l'amore per la tavola.
 
Giovedì 20 ottobre – #ciboesaluteFW
Nutrizione e salute: dalla spesa alla tavola, passando per i fornelli.

Camera approva definitivamente la nuova legge contro il caporalato in agricoltura

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che la Camera dei Deputati questa sera ha approvato definitivamente la legge per il contrasto al caporalato e al lavoro nero in agricoltura. 
 
Con la norma vengono introdotte maggiori garanzie per la tutela della dignità dei lavoratori agricoli, alcune innovazioni concrete sul lato penale che alzano il livello del contrasto come è stato fatto contro la criminalità organizzata e rafforzate le misure a favore delle imprese agricole in regola. Il provvedimento mette inoltre in campo uno sforzo organico e coordinato tra diverse istituzioni e le forze dell'ordine per combattere il fenomeno. 
 
«Lo Stato – ha affermato il Ministro Maurizio Martina –  risponde in maniera netta e unita contro il caporalato con questa nuova legge attesa da almeno cinque anni. Ora abbiamo più strumenti utili per continuare una battaglia che deve essere quotidiana, perché sulla dignità delle persone non si tratta. E l'agricoltura si è messa alla testa di questo cambiamento, che serve anche a isolare chi sfrutta e salvaguardare le migliaia di aziende in regola che subiscono un'ingiusta concorrenza sleale. E' ancora più importante averla approvata oggi che la campagna agrumicola è alle porte. Ringrazio i parlamentari che hanno dato il loro contributo a raggiungere questo risultato. C'è tanto lavoro da fare e una legge da sola non basta, ma le direzione che abbiamo tracciato è inequivocabile. Dobbiamo lavorare uniti per non avere mai più schiavi nei campi".
 
"Tra le diverse novità – spiega Martina – è particolarmente importante il rafforzamento degli strumenti di contrasto civili e penali. Vengono colpiti i patrimoni con la confisca e viene resa più forte la rete del lavoro agricolo di qualità. Negli ultimi mesi abbiamo lavorato in diverse direzioni nell'ottica del contrasto complessivo del fenomeno. I controlli sono aumentati del 59% in un anno e abbiamo reso operative task force nei territori a rischio dove le ispezioni vengono portate avanti da ispettori del Lavoro insieme a Carabinieri e Corpo forestale. Con la legge compiamo un passo in avanti cruciale".
 
 
LE PRINCIPALI NOVITÀ DELLA LEGGE
 
INASPRIMENTO DEGLI STRUMENTI PENALI
Con l'intervento normativo si stabiliscono nuovi strumenti penali per la lotta al caporalato come la confisca dei beni come avviene con le organizzazioni criminali mafiose, l'arresto in flagranza, l'estensione della responsabilità degli enti. In Senato è stato introdotto l'allargamento del reato anche attraverso l'eliminazione della violenza come elemento necessario e che rendeva più complessa l'applicazione effettiva della norma. La nuova legge prevede anche la responsabilità del datore di lavoro, il controllo giudiziario sull'azienda che consentirà di non interrompere l'attività agricola e la semplificazione degli indici di sfruttamento. 
 
INDENNIZZI PER LE VITTIME
Per la prima volta si decide di estendere le finalità del Fondo antitratta anche alle vittime del delitto di caporalato, considerata la omogeneità dell'offesa e la frequenza dei casi registrati in cui la vittima di tratta è anche vittima di sfruttamento del lavoro.
 
RAFFORZATA LA RETE DEL LAVORO AGRICOLO DI QUALITÁ
Viene rafforzata la operatività della Rete del lavoro agricolo di qualità, creata nel 2014 con il provvedimento Campolibero e attiva dal 1 settembre 2015. Con la norma si estende l'ambito dei soggetti che possono aderire alla Rete, includendovi gli sportelli unici per l'immigrazione, le istituzioni locali, i centri per l'impiego, i soggetti abilitati al trasporto dei lavoratori agricoli e gli enti bilaterali costituiti dalle organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori in agricoltura. In sostanza si introducono nuove vie sperimentali di intermediazione del lavoro agricolo, affinché si promuova la legalità e il rispetto dei diritti dei lavoratori. Allo stesso tempo si stabilisce l'estensione dell'ambito delle funzioni svolte dalla Cabina di regia della Rete stessa, che è presieduta dall'Inps e composta da rappresentanti di sindacati, organizzazioni agricole e Istituzioni.
 
PIANO DI INTERVENTI PER L'ACCOGLIENZA DEI LAVORATORI AGRICOLI STAGIONALI
Con la nuova legge le amministrazioni statali saranno direttamente coinvolte nella vigilanza e nella tutela delle condizioni di lavoro nel settore agricolo, attraverso un piano congiunto di interventi per l'accoglienza di tutti i lavoratori impegnati nelle attività stagionali di raccolta dei prodotti agricoli. L'obiettivo è tutelare la sicurezza e la dignità dei lavoratori ed evitare lo sfruttamento ulteriore della manodopera anche straniera. Il piano presentato dai Ministeri del lavoro e delle Politiche sociali, delle Politiche agricole alimentari e forestali e dell'Interno sarà stabilito con il coinvolgimento delle Regioni, delle province autonome e delle amministrazioni locali nonché delle organizzazioni di terzo settore. 
 

Caso antrace fra Bronte e Razzano

Sul Catana Today si riporta la notizia di un'ordinanza del sindaco del Randazzo  Mangione   che individua e delimita delle aree in cui  ci sarebbe contagio a causa di Antrace. Il caso esploso dopo la moria di alcune vacche a causa di una epidemia di carboncino ematico su Nebrodi.
Il Batterio sarebbe stato individuato fra Bronte e Razzano.
Nell'ordinanza il tenersi lontana da carcsse di animali morti e l'indicazione di tenere gli animali  domestici a casa. Nessun periclo per gli uomini

NAPOLI SEQUESTRATE 9 TONNELLATE DI PRODOTTI ORTOFRUTTICOLI E CONSERVE PRIVI DI TRACCIABILITÀ

SCATTANO I CONTROLLI SULL’AUTENTICITA’ E LA QUALITA’ DEI PRODOTTI AGROALIMENTARI A TUTELA DEL CONSUMATORE.
 
I Carabinieri del Comando Politiche Agricole e Alimentari – Nucleo di Salerno (competente per l’Italia meridionale), con l’ausilio dell’Arma territoriale, hanno controllato nr. 15 aziende presso il mercato ortofrutticolo di Marano di Napoli. I militari hanno sequestrato 9 tonnellate di ortofrutticoli freschi e conserve di pomodoro, mancanti della documentazione di “filiera” attestante la provenienza geografica ed il produttore, in violazione delle norme comunitarie e nazionali che stabiliscono i principi ed i requisiti generali per la sicurezza alimentare, specie in un’area fortemente segnata da aggressioni alla salubrità ambientale e alimentare.
 
L’azione del Reparto specializzato dell’Arma, a presidio di beni essenziali di largo consumo, ha scongiurato che finissero sulle tavole dei cittadini patate, cipolle, melanzane, cavolfiori, castagne di cui si sconosce la provenienza geografica ed il produttore nonché migliaia di bottiglie contenenti passata di pomodoro, tutte prive di etichetta e di qualsivoglia informazione circa il laboratorio di trasformazione, potenzialmente dannosi per la salute anche sotto il profilo igienico-sanitario.

Dieta Mediterranea: storia e benessere di uno stile di vita

La dieta mediterranea rappresento uno stile di vita, e non solo  un stile di alimentazione, un insieme  di diversi fattori: antropologici, sociale, economici, gastronomici e ambientali /paesaggistici. Per  diversi decenni, essa è stata considerata come una delle tante diete ( nel senso di riduzione del peso corporeo) da seguire, solo dalla fine degli  anni 90, grazie a numerosi studi medico/scientifici  la comunità scientifica ha rivalutato le scoperte fatte dance Keys nei lontani anni 50
 Nel 2015, senza non poche difficoltà l ‘Unesco ha inserito la dieta mediterranea nella lista del patrimonio immateriale. 
Ci si è resi conto che la Dieta Mediterranea rappresenti un insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni che vanno dal paesaggio alla tavola, includendo le colture, la raccolta, la pesca, la conservazione, la trasformazione, la preparazione e, in particolare, il consumo di cibo. Il termine dieta non deve essere visto solo in base ai suoi valori nutrizionali ma soprattutto per la storia dei popoli, la cultura materiale,la tutela del paesaggio, la biodiversità, la dimensione sociale e rituale  del cibo, le regole di vita e di comportamento. 
 La Dieta Mediterranea è caratterizzata da un modello nutrizionale rimasto costante nel tempo e nello spazio, costituito principalmente da olio di oliva, cereali, frutta fresca o secca, e verdure, una moderata quantità di pesce, latticini e carne, e molti condimenti e spezie, il tutto accompagnato da vino o infusi, ma anche delle tecniche riproduttive e colturali degli stessi che si ottengono solo attraverso il   rispetto delle tradizioni delle comunità mediterranee. 
Con il  termine “Dieta” si fa riferimento  all’etimo greco “stile di vita”, cioè all’insieme delle pratiche, delle  rappresentazioni, delle espressioni, delle conoscenze, delle abilità, dei saperi e degli spazi culturali con i quali le popolazioni del Mediterraneo hanno creato e ricreato nel corso dei secoli una sintesi  tra l’ambiente culturale, l’organizzazione sociale, l’universo mitico e religioso intorno al mangiare.   Così facendo il concetto di dieta mediterranea si  pone come anello di congiunzione tra passato e presente, e si presta a essere salvifica chiave di lettura per la modernità volta al recupero di un consapevole rapporto  con il cibo, al ritorno di stili di vita a considerare il pasto come un atto sociale, oltre che gastronomico, ed a pensare alla condivisione del cibo  come a una manifestazione tangibile degli affetti, dei valori e delle relazioni interpersonali  più significative. 
Il predetto valore è dovuto dalle ideali condizioni climatiche: regime plurimetrico modesto, concentrazione delle precipitazioni  nei mesi autunnali  e invernali, lunghe estate caldi e secche. L’area inoltre è composta  da tre ecosistemi complementari: mare, piattaforma continentale pianure costiere o situate in prossimità di corsi d’acqua. 
 Le ricerche condotte da Keys hanno posto sotto l’obiettivo internazionale la validità del modello alimentare mediterraneo, ma contaminato da un sistema ambientale  incontaminato e scandito da eventi  modelli di vita molto particolari che si ripercotevano sul tipo di alimentazione e/o produzione.
I diversi studi condotti anche nel Seven Countries Study hanno evidenziato come la dieta mediterranea per sua natura tende a prediligere il consumo di prodotti di stagione localmente disponibili, riducendo sensibilmente, in questo modo, il contributo in atmosfera della CO2 dovuta ai trasporti. Nella dieta mediterranea inoltre la quantità di proteine provenienti da prodotti di origine animale rappresenta solo 1/3 delle proteine totali. Ciò è dovuto al moderato consumo di carne previsto dalla dieta. 
Nel caso della dieta mediterranea le quantità consumate di frutta e vegetali nonché di cereali (sotto forma soprattutto di pane e pasta) presentano valori decisamente più pronunciati rispetto al modello di tipo statunitense, il quale, come si vede, predilige soprattutto prodotti di origine animale: i valori della carne, del latte e derivati sono nettamente più alti rispetto a quelli riscontrati per la dieta mediterranea.
Keys fu il primo a dare risalto al rapporto fra l'assunzione di energia, il dispendio energetico ed il tasso metabolico a riposo, fornendo la comprensione della dispersione di calorie in attività e dei fenomeni totali che conducono all'obesità
L’Italia negli anni ha mutato il suo modo di alimentarsi, andando ad allinearsi più sulle abitudini statunitensi che mediterranee, il che ho comportato una tendenza all’obesità elevata oltre che ai disturbi alimentari in genere. In Italia il 10% della popolazione è obesa, e il 40% è in sovrappeso. 
il 24 ottobre a Torrecuso ( Beneveto) alle ore 1630 esperti della materia forniranno spunti di riflessioni prospettive e iniziative a 6 anni dall'inserimento della lista patrimonio immateriale Unesco
 

INTERNET:VENDEVA UOVA DI FAGIANO.DENUNCIATO PER TRUFFA UN UOMO DI SCALEA(CS)

DOPO IL PAGAMENTO SI E' RESO IRREPERIBILE. RINTRACCIATO DALL'ATTIVITA' INVESTIGATIVA DEL CORPO FORESTALE
Comando Provinciale – Cosenza
 
COSENZA 13 ottobre 2016 –Vendevasul web uova di Fagiano che in realtà non sono state recapitate all’acquirente.Per tali motivi un uomo di Scalea (Cs)  è stato deferito all’Autorità Giudiziariadagli uomini del Corpo Forestale dello Stato di Paola (Cs)  per il reato di truffa.L’attività investigativa del personale Forestale è iniziata nei mesi scorsi susegnalazione di un uomo che aveva acquistato, tramite un annuncio su internetle uova. Il venditore una volta ricevuto il pagamento, tramite ricarica della sua carta Postepay non haeffettuato la spedizione di quanto venduto rendendosi in seguito irreperibileall’acquirente. L’acquirente, un uomo di Paola , ha quindi denunciatoil tutto al personale Forestale che attraverso le indagini è risalita neigiorni scorsi al venditore deferendolo all’Autorità Giudiziaria.

OPERAZIONE “NUMBAR DAR”: INDAGINE CONTRO IL CAPORALATO

OPERAZIONE “NUMBAR DAR”: INDAGINE CONTRO IL CAPORALATO IN UNA NOTA AZIENDA VINICOLA DEL CHIANTI
Circa 30 Forestali di Firenze e Prato, sono impegnati dalle prime ore dell’alba, unitamente al personale della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza, in attività di arresto nei confronti di noti imprenditori operanti nel settore della produzione e commercializzazione di vino “Chianti”.
 
 
Dalle prime ore dell’alba, è in corso una vasta operazione di polizia,  denominata “Numbar Dar” in esecuzione di ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale di Prato. L’attività investigativa ha permesso di evidenziare l’esistenza di un’associazione per delinquere  finalizzata a commettere una serie indeterminata di delitti tra cui “intermediazione illecita nel reclutamento di cittadini extracomunitari”, per lo più giunti in Italia come profughi e sfruttamento del lavoro nero, “Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche”, “Interramento di rifiuti speciali”, “Emissione di fatture false”, “Frode in esercizio del commercio”, in quanto mettevano in commercio vino “CHIANTI”, prodotto con uve e mosti provenienti dalla Sicilia e dalla Puglia, anziché dalla Toscana, un prodotto diverso, per qualità chimico-fisiche di composizione ed attestazione, da quello dichiarato.
In particolare si è accertato che il sodalizio criminale, composto da cittadini italiani e pakistani, approfittando dello stato di bisogno o di necessità delle vittime provenienti da scenari di guerra e povertà, reclutava profughi richiedenti asilo, presenti all’interno di strutture di accoglienza locali, al fine di avviarli, in condizione di sfruttamento, anche mediante l’uso della violenza, minaccia o intimidazione,  allo svolgimento di attività agricola sotto pagata (4 euro l’ora) all’interno della predetta azienda vitivinicola del Chianti Fiorentino.
Nello specifico il Corpo forestale dello Stato di Firenze e Prato, la D.I.G.O.S. della Questura di Prato con la Sezione di polizia Stradale, ed il Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Prato, sotto la direzione del Procuratore Capo Dott. Giuseppe NICOLOSI e dei Sostituti Procuratori Dott. Antonio SANGERMANO e D.ssa Laura CANOVAI, stanno eseguendo 11 misure cautelari personali, di cui 5 arresti domiciliari nei confronti di 3 noti imprenditori operanti nel settore della produzione e commercializzazione del vino “Chianti”, un investigatore privato ed un faccendiere; il provvedimento comprensivo di misure cautelari reali prevede anche il sequestro di diverse società riconducibili all’azienda vitivinicola del chianti fiorentino nonché 13 perquisizioni delegate nei confronti di cittadini italiani e pakistani. 
il sodalizio criminale inoltre svolgeva attività criminose connesse e parallele, con l’ausilio anche di faccendieri e collaboratori esterni, quali la produzione di vino con il marchio “Chianti” in violazione della normativa sulla produzione dei vini del chianti; l’emissione di fatture per operazioni inesistenti o per importi superiori a quelli reali al fine di implementare le capacità concorrenziali sul mercato; percezione indebita di contributi comunitari per il tramite dell’agenzia regionale (ARTEA);  l’interramento di rifiuti speciali.
I soggetti indagati sono stati altresì raggiunti da provvedimenti di sequestro preventivo “per equivalente” in ragione dei reati di natura fiscale contestati che ha portato all’ulteriore sequestro di quote di capitale sociale di altre 7 aziende del medesimo gruppo familiare. Per 5 società di esse (di cui tre immobiliari) è stato sequestrato l’intero capitale sociale. 
Le perquisizioni stanno interessando vari comuni di questa provincia e delle province di Firenze, di Modena e di Perugia I soggetti destinatari dei summenzionati provvedimenti sono stati individuati a seguito di una mirata e approfondita attività delegata dalla Procura della Repubblica di Prato che traeva origine da un esposto/denuncia, presentato da 2 rifugiati africani presso la Questura di Prato nel Settembre 2015 con il quale si segnalava un illecito sfruttamento di circa 50 braccianti agricoli, tutti di origine africana ed impiegati presso un’azienda agricola nel Chianti. 
 

La Cina rimuove bando su carne suina italiana

Martina: Risultato importante a sostegno del settore. Grazie a cooperazione con Ministero della Salute
 
Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che la Cina ha aperto il mercato alla carne suina fresca italiana che era bloccato dal 1999. In particolare, l'Amministrazione Generale per iI Controllo della Qualità, l'Ispezione e la Quarantena (AQSIQ) e il Ministero dell'Agricoltura cinese hanno riconosciuto l'indennità da malattia vescicolare della macroregione del nord. Si tratta di un'area composta da Liguria, Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia, Trentino Alto-Adige, Friuli Venezia-Giulia, Emilia-Romagna e Marche, dove è concentrato oltre l'80% della produzione nazionale di carne suina.
 
"Abbiamo ottenuto un risultato molto importante a tutela della nostra suinicoltura – ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina – sul quale abbiamo lavorato intensamente negli ultimi mesi in sinergia con il Ministero della Salute e con l'Ambasciata italiana in Cina. È fondamentale ora entrare presto nella fase operativa e aprire definitivamente il mercato. Andiamo così ad aggiungere un tassello fondamentale al piano strategico che abbiamo messo in campo per sostenere con forza le esportazioni dei nostri prodotti in mercati cruciali come quello cinese. Basti pensare che negli ultimi anni le esportazioni italiane in Cina hanno superato i 350 milioni di euro, confermando anche un crescente interesse per il Made in Italy agroalimentare. Il superamento del blocco delle carni suine è dunque un passo in avanti decisivo, insieme ad altri negoziati che abbiamo concluso su olio d'oliva e agrumi e al progetto '10+10', con il quale abbiamo registrato 10 Indicazioni geografiche cinesi in Europa e 10 Ig europee in Cina, tra le quali i nostri Grana Padano e Prosciutto di Parma."

SEQUESTRATE OLTRE 6 TONNELLATE DI PRODOTTI ORTOFRUTTICOLI

NELL’AMBITO DEI CONTROLLI SULLA AUTENTICITÀ E QUALITÀ DEI PRODOTTI AGROALIMENTARI AVVIATI DAI CARABINIERI DEL COMANDO POLITICHE AGRICOLE E ALIMENTARI – NUCLEI ANTIFRODI CARABINIERI – SONO STATE PIANIFICATE MIRATE ISPEZIONI VOLTE ALLA TUTELA DEL CONSUMATORE.
Durante i controlli operati dai Carabinieri del Comando Politiche Agricole e Alimentari, la scorsa settimana presso alcuni esercizi commerciali della Capitale, sono state sequestrate oltre 6 tonnellate di prodotti ortofrutticoli freschi, tra cui carote, clementine, fagiolini, mele, melanzane e peperoni, mancanti della documentazione di “filiera” attestante la provenienza geografica e l’origine, in violazione delle norme comunitarie e nazionali che stabiliscono i principi ed i requisiti generali per la sicurezza alimentare.
In un caso, congiuntamente al servizio igiene alimentare dell’ASL, constatata la natura delle gravi non conformità igienico-sanitarie dei locali di vendita e di stoccaggio degli alimenti, tali da determinare un pericolo per la salute pubblica, veniva disposta la sospensione immediata dell’attività di vendita

Cibo per cani ritirato per potenziale presenza di plastica.

 Mars Petcare (USA) annuncia richiamo volontario di numero limitato di "Cesar classics Filet Mignon Flavor": rischio soffocamento
 
L’azienda Mars Petcare (USA), specializzata in alimenti per animali domestici, ha annunciato un richiamo volontario di un numero limitato di "CESAR Classics Filet Mignon Flavor" a causa di un potenziale rischio di soffocamento da pezzi bianchi duri di plastica che sono entrati nel cibo durante il processo produttivo. L’azienda comunica che nessun altro prodotto con marchio Cesar o di altre marche della Società, al di fuori di quelli elencati nella tabella è coinvolto nel ritiro. La Mars Petcare si scusa per il disagio e invita gli acquirenti a restituire le confezioni al punto vendita dove sono state acquistate le confezioni e richiedere il rimborso. Si tratta esclusivamente di cibo umido per cani. La Mars una delle più grandi aziende mondiali di prodotti alimentari opera anche in Italia dove commercializza alimenti per animali da compagnia come Cesar interessato dal limitato ritiro. In Italia il Ministero per la salute comunque dovrebbe diramare una circolare affinché le ASL controllino i petshop. Potenzialmente potrebbero comunque essere coinvolte dal limitato ritiro anche in Italia poichè potrebbero giungere in Italia questi prodotti sfusi per poi essere inscatolati. Il condizionale tuttavia è d'obbligo, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” e si prega di prestare la massima attenzione agli acquisti via internet anche su siti stranieri e negozi online come Pet360, Amazon e Walmart e a quanto acquistato da ora ai prossimi mesi. Come gia' detto, nessun prodotto dovrebbe giungere nei nostri negozi, perché i prodotti potenzialmente in viaggio verso l'Europa, dovrebbero essere stati bloccati e rispediti indietro. Di nuovo, una cautela nella verifica di quanto acquistato non è mai troppa. 

Batterio killer nei gelati confezionati della Nestlè negli USA.

 Ritiro volontario per rischio contaminazione Listeria monocytogenes: possibili rischi per la salute.
Ritiro volontario in massa di gelati confezionati della Nestlé dai supermercati e negozi di tutti gli stati Usa a causa di un possibile pericolo per la salute dei consumatori. I gelati interessati dal provvedimento sono le confezioni da 16 pezzi del cono Nestlé Drumstick Club e la varietà da 24 pezzi del cono Vanilla Pack (con coni contrassegnati per una facile vendita individuale), prodotti a Bakersfield, in California. e distribuiti a livello nazionale. In particolare i prodotti della ditta potrebbero essere a rischio listeria, un batterio che di solito infetta prodotti freschi o crudi come latte, formaggi e verdure. Il batterio può causare listeriosi, una malattia infettiva molto grave che in alcuni casi può provocare anche la morte. A rivelarlo la stessa Nestlè, sottolineando che, pur non avendo ricevuto segnalazioni di persone infettate, la decisione è stata presa in via volontaria e precauzionale. Proprio l'anno scorso a marzo scoppiò il caso delle persone contaminate dal batterio della listeria, presente in gelati confezionati della ditta Blue Bell, consumati da persone ricoverate in ospedale per motivi diversi. In un primo momento il focolaio sembrava essere circoscritto a un ospedale del Kansas, con cinque ammalati, di cui tre morti nel periodo compreso tra il gennaio 2014 e il gennaio 2015. Ora, una ricostruzione retrospettiva ha portato il numero degli infetti accertati a dieci e l’inizio del focolaio viene datato al 2010, coinvolgendo anche Texas, Oklahoma e Texas. Per ora, la Food and Drug Administration non ritiene che ci sia un collegamento tra la contaminazione dei gelati delle due società. La Nestlè si scusa per il disagio e invita gli acquirenti a restituire le confezioni al punto vendita dove sono state acquistate le confezioni e richiedere il rimborso. Per ulteriori informazioni contattare il Servizio Clienti al numero 1-800-681-1676 o all'e-mail Nestleproductinquiry@casupport.com o sui siti Nestléusa.com e Drumstick.com. L’infezione provocata dal batterio della Listeria monocytogenes colpisce circa 1.600 americani l’anno ed è la terza causa di morte per infezione alimentare. La listeriosi, in grado di attaccare il sistema immunitario, può essere fatale soprattutto in alcuni gruppi ad alto rischio: anziani, persone con sistema immunitario indebolito o con condizioni mediche croniche. E' particolarmente pericolosa per le donne incinte, commenta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, perché può causare danni al feto, aborti spontanei, nascita di feti morti, parti prematuri, gravi malattie o decessi nei neonati.

Carabinieri Nas Salerno, sequestrata area agricola adibita a discarica abusiva

Nel quadro dell’operazione “Estate Tranquilla 2016”, disposta dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, volta alla salvaguardia della sicurezza alimentare e della tutela del consumatore, il Nas di Salerno, attraverso una mirata “analisi di rischio” e di lavoro di intelligence, ha individuato due attività nel settore conserviero, ubicate nella provincia di Salerno, riconducibili ad un unico imprenditore, procedendo al sequestro penale di un ‘area agricola di mq. 200, adibita abusivamente a discarica, nonché di oltre 60 tonnellate di conserve vegetali in barattoli arrugginiti e bombati,  ivi depositati probabilmente per eludere i controlli.
 
Inoltre, attese le gravi carenze igienico-sanitarie e strutturali riscontrate in entrambe le strutture,  disponevano la chiusura immediata dei rispettivi depositi, estesi su una superficie complessiva di circa  24.000 mq.
 
Il legale responsabile delle attività è stato deferito alla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore (SA).
 
Il valore commerciale dei provvedimenti ammonta a circa 3.500.000,00 euro.

Nas Bologna disposti la chiusura di 13 esercizi

I Carabinieri del NAS di Bologna, nell’ambito dei controlli sulla sicurezza alimentare, hanno intensificato, nella stagione estiva, le attività di vigilanza e controllo nei settori della ristorazione anche al fine di contrastare l’eventuale sussistenza di attività fraudolente.
 
Nel corso dell’attività che ha interessato, oltre alla provincia di Bologna, l’intera riviera emiliano romagnola, con i territori delle province di Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, sono stati effettuati numerosi controlli presso ristoranti, pizzerie, bar, esercizi di ristorazione etnica, gelaterie, stabilimenti balneari, camping, villaggi turistici e campeggi.
 
Gli oltre 400 controlli operati hanno consentito di sequestrare complessivamente circa 40 tonnellate di alimenti non idonei al consumo e privi di qualunque forma di tracciabilità ai fini della sicurezza alimentare, per un valore complessivo di oltre 250.000 euro.
 
Sono state segnalate alle competenti autorità giudiziarie 17 persone, mentre 78 persone sono state segnalate in via amministrativa per carenze igienico sanitarie e possesso di alimenti in cattivo stato di conservazione ai sensi della Legge 283/1962. Sono state contestate violazioni amministrative per un ammontare complessivo pari a circa 200.000 euro.
 
In provincia di Bologna sono state denunciate alla autorità giudiziaria 5 operatori per detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione e per commercio di alimenti riportanti etichette contraffatte. Sono state sospese nr. sei attività di ristorazione e bar per carenze igienico – sanitarie, sono state elevate sanzioni amministrative nei confronti di 31 operatori per un importo di 70.000 euro circa e sottoposte a sequestro sei tonnellate di alimenti scaduti di validità e privi delle informazioni relative alla tracciabilità.
 
In provincia di Forli’- Cesena sono state denunciate alla autorità giudiziaria tre operatori per detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione, venivano sospese le attività di nr. quattro esercizi di ristorazione e negozi di generi alimentari seguito carenze igienico – sanitarie, venivano sottoposti a sequestro otto tonnellate di alimenti scaduti di validità e privi delle informazioni riguardanti la tracciabilità ai fini della sicurezza alimentare, nonché elevate sanzioni amministrative nei confronti di 14 operatori per un importo pari a 50.000 euro.
 
In provincia di Rimini veniva deferito alla autorità giudiziaria il titolare di un esercizio alberghiero per detenzione di alimenti in precarie condizioni igienico – sanitarie e in cattivo stato di conservazione, con relativa chiusura dell’attività. Sono quattro complessivamente le persone deferite in stato di libertà, mentre sono state elevate sanzioni amministrative nei confronti di 14 esercenti per un importo pari a 60.000 euro e sottoposti a sequestro 12 tonnellate di alimenti.
 
In provincia di Ravenna è stata sospesa una attività di ristorazione per detenzione ai fini della somministrazione di alimenti a base di pesce crudo che non venivano sottoposti a previsti trattamenti di bonifica. Sono state deferite in stato di libertà 3 persone, elevate sanzioni amministrative nei confronti di 10 operatori per un importo pari a 40.000  euro e sottoposte a sequestro 8 tonnellate di alimenti non conformi.
 
In provincia di Ferrara sono state denunciate alla autorità giudiziaria 2 operatori per detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione, veniva sospesa l’attività di 1 esercizio di ristorazione a seguito di carenze igienico – sanitarie, venivano sottoposti a sequestro 6 tonnellate di alimenti scaduti di validità e privi delle informazioni riguardanti la tracciabilità ai fini della sicurezza alimentare, nonché elevate sanzioni amministrative nei confronti di 9 operatori per un importo pari a 30.000 euro

NAS di Pescara ontrolli nei principali supermercati e nelle aziende produttrici di conserve alimentari

I Carabinieri del NAS di Pescara hanno svolto controlli nei supermercati e nelle aziende produttrici di conserve alimentari della Regione Abruzzo. Questi i risultati conseguiti:
 
In Provincia di Chieti i militari, in collaborazione con personale dell’ASL teatina, hanno sospeso l’attività di un deposito di generi alimentari, a servizio di un discount, poiché trovato in pessime condizioni igienico sanitarie. Sul pavimento tappeti di blatte morte e sciami di mosche vive hanno indotto i militari a sottoporre a vincolo tutti gli alimenti e le attrezzature ivi contenute ed a interdirne l’attività, in attesa del ripristino delle condizioni igienico-sanitarie. Nel magazzino, di circa 200 mq, erano stoccati circa 5 tonnellate di alimenti che, se non sequestrati, sarebbero stati commercializzati dal discount e finiti sulle tavole degli italiani. Il responsabile dell’attività è stato deferito all’Autorità Giudiziaria, per detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione.
Sempre nella provincia di Chieti i militari hanno sequestrato circa 50 kg di alimenti, tra conserve alimentari e prodotti da forno, poiché carenti delle informazioni utili a poterne ricostruire la rintracciabilità ed etichettati in assenza di indicazioni circa la presenza di allergeni, quindi potenzialmente rischiosi per la salute dei consumatori.
In Provincia dell’Aquila, i Carabinieri del NAS hanno sequestrato penalmente un intero  supermercato,  sito in un comune della piana del Fucino, i cui locali erano invasi da escrementi di topi, carcasse di insetti e blatte vive, oltre che strutturalmente fatiscenti. Escrementi di roditore sono stati rinvenuti anche nei contenitori degli alimenti venduti sfusi. Tutti gli alimenti sono stati sottoposti a sequestro ed il titolare è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione ed insudiciati.
In totale sono state elevate sanzioni amministrative per oltre 20.000 euro, il valore delle strutture per le quali è stata disposta la sospensione ammonta a circa 2.000.000 euro, due  persone sono segnalate all’Autorità Giudiziaria per reati contro la salute pubblica e otto persone sono state segnalate all’Autorità Sanitaria ed Amministrativa

Ritiro straordinario lotto integratore alimentare SKATTO

La Società Chiesi, con propria nota del 30 settembre 2016, ha comunicato di aver deciso, in via del tutto autonoma e precauzionale, di effettuare un ritiro cautelativo volontario del lotto V50544 scad. 12-2017 dell'integratore alimentare SKATTO Q10 GOCCE 60ML cod. 924546068. Il provvedimento, spiega Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si è reso necessario a seguito di alcune segnalazioni concernenti modifiche delle proprietà organolettiche del prodotto apparentemente verificatesi nel tempo sul lotto in questione. La Società Chiesi specifica che tali modifiche, pur non implicando alcun rischio per i pazienti/consumatori, comporterebbero comunque una sensazione olfattiva sgradevole, atipica per il prodotto. Skatto Q10 100 mg/ml Integratore alimentare liquido a base di Coenzima Q10. È una molecola organica ubiquitaria nei sistemi biologici e, all’interno dei mitocondri, è impegnato nella fase aerobica e nella produzione di energia. Il Coenzima Q10 svolge un’azione protettiva dai danni provocati da scarsa ossigenazione migliorando l’utilizzo dell’ossigeno a livello cellulare. Indicato in caso di scarso apporto con la dieta o di aumentato fabbisogno di tale nutriente. Non Contiene glutine. La Chiesi invita pertanto a sospendere immediatamente la vendita del lotto in questione ed eventuali confezioni presenti nelle farmacie dovranno essere rese alle aziende distributrici presso le quali è avvenuto l'acquisto.

NaturaSì ritira lotto di bio mini involtini di spinaci e tofu

Sesamo non segnalato, rischio per gli allergici. NaturaSì ritira lotto di bio mini involtini di spinaci e tofu Soto
L’annuncio è stato subito diffuso dai siti internet della catena di supermercati NaturaSì. Si tratta di un lotto di bio mini involtini di spinaci e tofu a marchio Soto. I mini involtini oggetto del richiamo sono stati prodotti e confezionati per Soto da Organic Veggie Food GmbH in Germania. Il ritiro interessa il lotto con data di scadenza 11/10/2016. Il motivo del ritiro deciso dal produttore, segnala Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è la presenza di tracce di sesamo, un ingrediente allergenico, finito nel prodotto in maniera accidentale durante la preparazione e quindi non dichiarato in etichetta, emerso nel corso di un controllo di routine. Da un punto di vista sanitario si tratta di una non conformità con un elevato indice di rischio per gli allergici o coloro i quali presentano un’intolleranza al sesamo. Mentre non ci sono problemi per tutte le altre persone che possono utilizzare senza problemi il prodotto. La mancata indicazione del sesamo in etichetta è un problema che riguarda le persone allergiche. I clienti che hanno acquistato il lotto in questione possono riportarlo nei punti vendita d’acquisto per chiedere il rimborso o la sostituzione. Il prodotto potrebbe infatti scatenare allergie nei consumatori che soffrono di ipersensibilità al sesamo, per la presenza accidentale di tracce indesiderate di questo componente nel prodotto messo in vendita ma non riportato nella lista degli ingredienti. I sintomi che potrebbero essere scatenati in caso di allergia includono prurito e gonfiore a labbra, palato e gola, nausea o vomito, crampi e gonfiori addominali, diarrea, flatulenza, orticaria, difficoltà respiratorie e mal di testa. In caso di reazione allergica grave si può avere a che fare con uno shock anafilattico, situazione caratterizzata da seri problemi respiratori e brusche cadute di pressione che può portare anche alla perdita di coscienza. Nel caso in cui compaiano sintomi di questo tipo è importante cercare subito l’aiuto di un medico. In particolare, lo shock anafilattico è una situazione di emergenza che richiede il ricovero ospedaliero e in cui temporeggiare può risultare fatale.

Beve bitter analcolico e si sente male: rischio contaminazione batterica.

 L'uomo ha acquistato la bottiglietta in un supermercato di Otranto
Si è sentito male dopo aver bevuto bitter bianco analcolico da una bottiglietta acquistata in un supermercato, nella zona di Otranto a Lecce. Un uomo, ieri mattina si è sentito immediatamente male accusando inprovvisamente mal di stomaco e diarrea. Sul caso indagano i Carabinieri di Otranto e la ASL, che ha sequestrato le bottiglie integre del lotto dell'aperitivo acquistato dall'uomo, sulla quale saranno fatti i dovuti accertamenti. I due campioni integri del cittadino sono stati sigillati ed inviati all'Arpa di Brindisi per l'esame delle evidenti muffe presenti nel liquido delle bottigliette. Un altro cartone intero del prodotto è stato requisito dal personale della Asl distretto di Maglie e bloccata la vendita dell'intero lotto già eliminato dagli scaffali da parte del supermercato. Le persone che hanno purtroppo ingerito il prodotto, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, stanno effettuando degli accertamenti sanitari per escludere conseguenze.
 

Nas di Bologna hanno sequestrato 40 tonnellate

I Nas di Bologna hanno sequestrato 40 tonnellate di alimenti non idonei al consumo e privi di qualunque forma di tracciabilità ai fini della sicurezza alimentare, per un valore complessivo di oltre 250.000 euro.
I sequestri sono avvenuti in ristoranti, pizzerie, bar, esercizi di ristorazione etnica, gelaterie, stabilimenti balneari, camping, villaggi turistici e campeggi di Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini.
Sono state segnalate alle competenti autorità giudiziarie 17 persone, mentre 78 persone sono state segnalate in via amministrativa per carenze igienico sanitarie e possesso di alimenti in cattivo stato di conservazione

FILERA DEL MIELE ELEVATE SANZIONI AMMINISTRATIVE PER 1800 euro

 Anche quest’anno, durante i mesi estivi, è stata realizzata da parte del Corpo Forestale dello Stato – Comando Provinciale di Cuneo, una nuova campagna di controlli sul miele. Stante l’iniziale stagione estiva piovosa, che ha compromesso alcune fioriture, i controlli si sono concentrati sulla reale produzione del miele, nonché sulla commercializzazione dello stesso.
I controlli hanno interessato diversi campi di applicazione della normativa speciale. In particolare hanno tenuto ad accertare la qualità della produzione, attraverso la verifica della entità delle arnie presenti sul territorio; la sicurezza delle persone in una stagione in cui i territori all’aperto sono molto frequentati, verificando il corretto posizionamento dell’alveare ed il rispetto delle distanze minime; la esatta indicazione della proprietà dell’apiario attraverso l’indicazione del codice aziendale, al fine di verificarne l’iscrizione alla Banca Dati Apistica, per un preciso riscontro dei produttori di miele; la regolare tenuta del libretto sanitario per prevenire la diffusione delle malattie delle Api.
Sono stati effettuati una sessantina di controlli in tutta la Provincia che hanno portato ad elevare sanzioni a 15 Apicoltori, per un totale di 1800 euro circa. La tipologia di infrazione maggiormente ricorrente è risultata essere la mancata iscrizione all’Anagrafe Apistica. La verifica sul campo e l’individuazione degli apiari sul territorio, eseguita dal personale dei Comandi Stazione Forestali, ha portato allo scoperto una parte sconosciuta di produttori, alla loro identificazione e controllo sulla produzione. E’ emerso, un comportamento illecito che porta ad escludere l’Apicoltore, che commette l’infrazione, dal circuito dei controlli amministrativi sia sotto il profilo della sicurezza sanitaria che delle procedure di produzione, mettendo a rischio la salute, l’ambiente e la tutela del consumatore .