Coop richiama il "Sugo all'astice" di Arbi.

 Errore di etichettatura, per omissione dell'allergene: contiene dei solfiti non dichiarati sulla confezione, a rischio gli allergici
Il "Sugo all'astice" gr 220 prodotto da Arbi contiene solfiti non dichiarati e, per questo motivo, è state richiamato da Coop. Lo conferma oggi l'azienda Arbi Dario Spa in un comunicato avvisando di avere già avviato il ritiro preventivo e volontario, causa errore di etichettatura, per omissione dell'allergene solfiti contenuto in alcuni degli ingredienti che può causare intolleranza in soggetti sensibili. Interessati sono i lotti di produzione: 060416 con scadenza 28/09/2017, lotto 180516 con scadenza 09/11/2017 e lotto 050716 del 27/12/2017. L'azienda inoltre specifica che il richiamo si riferisce solo al prodotto menzionato e limitatamente ai lotti sopra specificati. Pertanto Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, rilanciando l'invito dell'azienda e di Coop, consiglia ai clienti che hanno acquistato tale prodotto che sono sensibili al solfito di non consumarlo e di riportarlo al punto di vendita. E' stimato che circa l' 1% della popolazione è sensibile ai solfiti e la sensibilità porta a sintomi abbastanza gravi come difficoltà respiratoria, fiato corto, asma, tosse. Inoltre, si possono manifestare altre sindromi più o meno gravi, ad esempio: orticaria, nausea, dolore al petto, rossore al volto, tipico di quando si beve un bicchiere di vino contenente una quantità eccessiva di solfiti.

Audizione del Comandante Generale della GDF

Il 28 settembre 2016 si è tenuta l’audizione del Comandante Generale della Guardia di Finanza, Gen. C.A. Giorgio Toschi, innanzi alla Commissione parlamentare d’inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo.
Durante l’incontro sono stati oggetto di approfondimento i seguenti aspetti:
      – linee d’azione operative e risultati della Guardia di Finanza dell’ultimo biennio nella tutela della proprietà intellettuale;
      – rapporti tra criminalità organizzata e contraffazione;- rapporti tra criminalità organizzata e contraffazione;
      – contrasto alla contraffazione in sede internazionale e comunitaria;
    – lotta agli illeciti perpetrati attraverso internet. Linee d’azione e risultati ultimo biennio    – lotta agli illeciti perpetrati attraverso internet. Linee d’azione e risultati ultimo biennio
Sono stati 18.000 gli interventi complessivamente eseguiti dalla Guardia di Finanza, tra gennaio 2015 e il luglio scorso, a contrasto della contraffazione, con la denuncia alla magistratura di oltre 15.000 persone, molte delle quali tratte in arresto (170) e con il sequestro di più di 485 milioni di pezzi illegali, cifra che ha fatto segnare un + 15% sull’analogo dato del precedente biennio 2013-2014.
Nel comparto agroalimentare, nello stesso periodo il Corpo ha sequestrato 9 mila tonnellate di alimenti e oltre 300 mila ettolitri di prodotti liquidi oggetto di frode e (ancora di) contraffazione, per la maggior parte nel settore delle false indicazioni di origine e indicazione geografica. L’82% del totale dei prodotti solidi sequestrati (oltre 7.400 tonnellate) è rappresentato da cereali, circa l’11% (oltre 1.000 tonnellate) da paste alimentari e il restante 7% da altre tipologie di generi commestibili; invece, per i prodotti liquidi, la quasi totalità dei sequestri ha interessato il comparto vitivinicolo.
Nei primi 7 mesi del 2016, il primato dei beni illegali intercettati dai Reparti delle fiamme gialle spetta al settore della moda, con il 35% dei sequestri (oltre 31 milioni di pezzi, con un aumento di oltre il 93% rispetto allo stesso periodo del 2015), seguito dall’elettronica, che ha fatto registrare un 31% sul totale dei sequestri (oltre 28 milioni di pezzi); i settori dei beni di consumo e dei giocattoli, invece, hanno inciso, rispettivamente, per il 26% (circa 24 milioni di pezzi) e l’8% (oltre 7,5 milioni di prodotti).
L’impegno istituzionale a tutela della proprietà intellettuale si poggia su tre linee d’azione principali, ovvero il controllo del territorio, il presidio delle frontiere e l’attività investigativa.
L’attuazione coordinata di queste direttrici d’intervento ha l’obiettivo non soltanto di intercettare le partite di prodotti illegali, ma anche e soprattutto di disarticolare alla radice le filiere del falso, colpendone contestualmente le componenti di approvvigionamento, produttive e distributive, così da interrompere i canali di “alimentazione” del mercato parallelo e le stesse fonti di finanziamento e di guadagno delle organizzazioni criminali.
L’attività investigativa costituisce, naturalmente, il principale e più qualificante ambito d’impegno dei Reparti della Guardia di Finanza.
Tra gennaio 2015 e luglio 2016 sono state circa 6 mila le deleghe d’indagine per reati di contraffazione, pirateria e tutela del Made in Italy pervenute alla GDF dalla Magistratura, in gran parte scaturite da precedenti interventi d’iniziativa eseguiti dai Reparti operativi del Corpo.
Confrontando i primi 7 mesi del 2015 con l’analogo periodo del 2016 emerge che le deleghe pervenute quest’anno sono aumentate del 9%, a testimonianza del costante e crescente supporto richiesto al Corpo dalle Procure della Repubblica di tutta Italia nel contrasto alle diverse forme d’illegalità che colpiscono la proprietà intellettuale.
Tra le principali novità introdotte nella strategia di contrasto al fenomeno vi è l’emanazione di un’apposita direttiva per i Reparti con la quale è stata disposta la realizzazione, presso ogni Comando Provinciale, di un “Dispositivo permanente per il contrasto alla contraffazione e all’abusivismo commerciale organizzato”.
Il “Dispositivo” si è rivelato particolarmente utile durante la passata stagione estiva, in occasione della campagna d’intensificazione di controlli sviluppata tra luglio e agosto nelle località ad alta vocazione turistica, che ha portato al sequestro di oltre 26 milioni di beni contraffatti o insicuri. Rapporti tra criminalità organizzata e contraffazione
Le indagini condotte nel settore hanno confermato lo stretto legame tra criminalità organizzata e contraffazione, dovuto essenzialmente al fatto che il fenomeno illecito presenta un’alta redditività e un rischio più limitato rispetto ad altre tipologie di traffici illeciti, quali, ad esempio, quelli di sostanze stupefacenti, soprattutto sul piano della risposta penale. Tra le merci oggetto dell’interesse delle organizzazioni criminali, oltre ai classici articoli di abbigliamento e di alta moda, anche le sigarette contraffatte che, insieme a quelle di scarsa qualità (cd. “cheap white”) stanno ormai soppiantando il classico contrabbando di prodotti originali. Si tratta di traffici che, peraltro, non sembrano immuni da possibili collegamenti con ambienti terroristici di matrice confessionale, in quanto potenziale fonte di finanziamento di questo genere di attività criminali. Tra gennaio 2014 a luglio 2016, sono stati oltre 544.000 i chilogrammi di tabacchi lavorati esteri illegali sequestrati dai Reparti del Corpo.
Nello stesso periodo sono state avanzate, in applicazione della normativa antimafia, proposte di misure ablatorie per reati connessi a fenomeni di contraffazione per oltre 80 milioni di euro, nei confronti di 545 responsabili. I sequestri e le confische eseguite, inoltre, hanno raggiunto, nel complesso, 47 milioni di euro.
Il dispositivo di contrasto alla criminalità organizzata apprestato dalla Guardia di Finanza vede in prima linea i Nuclei di polizia tributaria, ove operano i Gruppi Investigativi Criminalità organizzata (G.I.C.O.) che hanno il compito di aggredire operativamente i sodalizi criminali, soprattutto sul piano patrimoniale.
A livello centrale, agisce invece il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.), che opera a stretto contatto con i GG.II.C.O. fornendo loro supporto nelle investigazioni. Contrasto alla contraffazione in sede internazionale e comunitaria
Sul piano internazionale, la Guardia di Finanza contrasta la contraffazione, da un lato sviluppando oltre i confini italiani indagini di polizia giudiziaria con il ricorso agli ordinari canali rogatoriali e, dall’altro, partecipando alle diverse iniziative organizzate dalle Istituzioni dell’Unione Europea e dagli Organismi sovranazionali di polizia, quali Interpol, Europol, l’Organizzazione Mondiale delle Dogane.
Tra le più recenti attività della specie cui il Corpo ha aderito vi sono le operazioni “Opson”, “In our sites”, “Wafers”, “Pangea”, “Silver Axe”, “Copycat”, rispettivamente in materia di contraffazione e frodi alimentari ed agroalimentari, commercio illecito on line, traffici di semiconduttori contraffatti, commercio illegale di farmaci, traffico di pesticidi dannosi per la salute, contraffazione di articoli sportivi legati agli ultimi campionati europei di calcio.
Di rilievo è anche il coinvolgimento del Corpo nel Ciclo Programmatico dell’Unione europea (c.d. “European Union Policy Cycle”), un progetto di durata quadriennale che mira al contrasto delle fenomenologie criminali che costituiscono una priorità d’intervento per i Paesi dell’Unione Europea, tra le quali figura anche la contraffazione e nel cui contesto la Guardia di Finanza ha assunto il ruolo di “capofila” per l’Europa.
Ulteriore elemento di interesse sul piano delle iniziative di contrasto alla contraffazione in ambito internazionale, è rappresentato dall’avvio di un progetto di collaborazione tra il Corpo e l’International AntiCounterfeiting Coalition (I.A.C.C.), l’organizzazione statunitense che si occupa di tutela della proprietà intellettuale supportando l’azione delle agenzie governative americane e delle imprese associate. Lotta agli illeciti perpetrati attraverso internet La Guardia di Finanza ha incentivato l’azione di contrasto alla contraffazione via web, avvalendosi del Nucleo Speciale Tutela Proprietà Intellettuale e del Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche. Quest’ultimo Reparto, in particolare, assicura una costante attività di monitoraggio della rete, funzionale al contrasto di tutti i crimini economico-finanziari che vengono perpetrati sfruttando il web, tra cui, naturalmente, anche i traffici di merce contraffatta.
Sul piano dei risultati, tra gennaio 2015 e il luglio 2016, i siti internet utilizzati nei traffici di merce contraffatta sequestrati/oscurati sono stati nel complesso 1.058, che si aggiungono ai 269 oggetto di analoghe misure cautelari nel 2014. Tra le più recenti iniziative sviluppate dalla Guardia di Finanza per arginare la diffusione della contraffazione nella rete vi è l’attivazione di uno specifico strumento informatico per il monitoraggio dei canali di distribuzione commerciale on line. L’applicativo permette di selezionare ed estrarre dal web elementi informativi espressivi di possibili condotte lesive dei diritti di proprietà intellettuale, attraverso un apposito motore di ricerca “semantica”. Il Generale Giorgio Toschi, Comandante Generale della Guardia di Finanza, ha ricordato come “la strategia del Corpo contro la produzione ed il commercio di prodotti falsi e insicuri mira anche all’approfondimento di tutti profili irregolari connessi alla contraffazione, quali l’evasione fiscale, l’immigrazione clandestina, lo sfruttamento di manodopera, il riciclaggio ed il reimpiego di proventi illeciti. Chi acquista prodotti falsi finanzia la criminalità organizzata, contribuisce alla perdita di posti di lavoro, favorisce la stessa evasione. Massima attenzione quindi – ha aggiunto l’Autorità di vertice delle fiamme gialle – a tutti i fenomeni che arrecano danno alle imprese ed alla società civile”.

Pane del casertano nelle mani dei casalesi

In un blitz sono stati sequestrati beni per 18 milioni e arrestate persone (6 in carcere e 9 ai domiciliari).
L'operazione è stata  condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.I distributori e commercianti del pane del casertano erano costretti ad acquistare il pane del clan dei Casalesi.
L'operazione ha portato al  sequestro di beni per 18 milioni

Bevono cognac adulterato, 23 morti in Ucraina.

 Preoccupazione per gli europei che visitano quelle regioni
 
Almeno 23 persone sono morte dopo aver bevuto cognac adulterato in meno di una settimana in Ucraina nella regione di Kharkiv, nell'est del paese. Lo riferiscono le autorità locali. Dopo aver bevuto la bevanda alcolica hanno accusato forti dolori allo stomaco e sono stati ricoverati, ma per molti di loro non c'é stato scampo. Complessivamente sono 18 le persone che sono rimaste uccise, tra cui cinque nelle sole ultime 24 ore. Altre 21 invece sono state ospedalizzate. La polizia della regione di Donetsk ha inoltre segnalato la morte di cinque persone, tre uomini e due donne, a Liman, che hanno bevuto lo stesso cognac. Le autorità hanno avviato un'inchiesta per produzione e contrabbando degli alcolici. Il ministro della salute ha dichiarato alla stampa che altre " persone che hanno consumato l'alcol sono ricoverate in uno stato critico", esortando gli ucraini ad acquistare solo bevande legali in un paese dove continuano ad aumentare le tasse sull'alcool. Tutte le vittime avevano bevuto cognac e l'autorità sospettano l'aggiunta nella bevanda dell'alcool metilico, una sostanza mortale. Preoccupazione per gli europei che visitano quelle regioni maggiormente interessate. È una prassi antica, quella di adulterare, modificare, annacquare liquidi per lucrarci su qualche soldo in più dalla vendita al dettaglio, ma in questo particolare momento, in cui ogni attività commerciale è colpita dalla crisi, nessuna esclusa, non essendo esenti quelle del tempo libero come i bar, pub, lounge, pare che il fenomeno sia in rapida ascesa in Ucraina ma anche nella vicina Russia che conta ancora ogni anno migliaia di morti. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, questi fatti c’inducono ad invitare tutti i nostri connazionali che si trovano in quell'area del Paese a prestare molta attenzione a cosa viene versato nel bicchiere.

Operazione "ERMELINDA"

Nella mattinata del 22, i militari del Gruppo Tutela Finanza Pubblica del Nucleo di Polizia Tributaria di Brescia e il personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – Ufficio delle Dogane di Brescia e dell’Area Antifrode della Direzione Regionale di Milano – hanno eseguito un nuovo decreto di sequestro preventivo, emesso dal Gip di Brescia, tendente ad inibire la commercializzazione di n. 3 ulteriori tipologie di sambuca e di rum (per un totale di n. 6 diversi tipi di prodotti) nei confronti di un noto operatore economico nel settore della produzione e commercializzazione di bevande alcoliche con sede nella provincia di Brescia, già colpito da analoghe misure cautelari reali eseguite il giorno 13 settembre u.s.
La fattispecie penale contestata è anche questa volta la frode in commercio.
In seguito ad ulteriori prelevamenti di campioni effettuati dal personale della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli sul rum e sulla sambuca (al fine di attestarne i requisiti minimi di qualità disciplinati dalla normativa europea) e all’esito degli approfondimenti svolti dal Laboratorio Chimico delle Dogane di Torino, sono emerse le stesse irregolarità che avevano già indotto il Gip di Brescia a concedere il sequestro preventivo eseguito poco più di una settimana fa.
Infatti:
– la sambuca presentava un tasso di anetolo inferiore a quanto previsto dalla stessa normativa europea;
– il rum non risultava esclusivamente prodotto con alcool etilico ricavato dalla canna da zucchero.
Nel dettaglio, sono stati sequestrati n. 45 cisterne, n. 6.581 bottiglie, n. 13.220 etichette e poco più di 49.000 litri dei due prodotti sopra citati.
Le responsabilità per le condotte fraudolente sopra descritte sono attribuite ai rappresentanti dei due depositi fiscali (italiano e spagnolo) coinvolti nell’indagine e a un dipendente del deposito fiscale italiano con il ruolo di chimico, tutti di nazionalità italiana.
Il rafforzamento di tali tipologie di attività è orientato alla tutela delle imprese e dei cittadini che tutti i giorni operano e lavorano per il bene e per la crescita economica dell’Italia.

Focus 'Ndrangheta'sequestrati 8 quintali di prodotti ittici

Nell'operazione Focus 'Ndrangheta' nel mese di settembre sono state sequestrati  8 quintali di prodotti ittici 
L''operazione è stata condotta  dalla Direzione territoriale del Lavoro unitamente ai militari della Guardia Costiera,dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di finanza R.O.A.N. e a personale della Polizia di Stato.
 EGGIO CALABRIA: Controllati n° 5 ristoranti – zona lungomare/centro – Esiti:
informativa di reato per frode in commercio a carico del titolare F.D. (1965) dell’esercizio commerciale e sequestro penale di 27 kg di prodotti ittici (polipo, pesce spada, pesce spatola, gamberoni, seppie, tonno, orate e calamari) e del menù servito ai clienti. Nello specifico, all’interno dei locali del ristorante venivano rinvenuti esclusivamente prodotti ittici congelati/surgelati mentre dalla lettura delle pietanze indicate nel menù presenti in sala, si appurava che non vi era alcun riferimento sull’eventualità che le stesse potessero contenere o avere come base prodotto ittico congelato/surgelato, non indicando quindi la corretta informazione al cliente riguardo la qualità degli alimenti. Nella circostanza è stato elevato un verbale amministrativo per mancanza della licenza doganale alcolici di 1.000 euro di sanzione ed uno di 203 euro di sanzione per il mancato pagamento del canone rai. I funzionari dell’Ispettorato Igiene e prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro dell’ASP di Reggio Calabria intervenuti a seguito di specifica richiesta delle forze di polizia presenti, hanno altresì contestato due sanzioni amministrative di complessivi 3.000 euro con prescrizione di ottemperare entro 5 gg dall’accertamento ai rilievi contestati.
Informativa di reato per frode in commercio a carico del titolare F.D.(1962) dell’esercizio commerciale e sequestro penale di 130 kg di prodotti ittici (pesce spada, scampi, seppie, polipi, gamberetti, ricciola, gamberoni, vongole, branzino e pesce ghiaccio) e dei menù serviti ai clienti. Nello specifico, all’interno dei locali del ristorante venivano rinvenuti alcuni prodotti ittici congelati/surgelati mentre dalla lettura delle pietanze indicate nel menù presenti in sala, si appurava che non vi era alcun riferimento sull’eventualità che le stesse potessero contenere o avere come base prodotto ittico congelato/surgelato, non indicando quindi la corretta informazione al cliente riguardo la qualità degli alimenti. Nella circostanza è stato elevato un verbale amministrativo per mancanza del pagamento del canone rai per euro 203 di sanzione.
Elevata una sanzione amministrativa di 1.500 euro, poiché all’interno del ristorante, gestito dal sig. C.C.(1963), venivano rinvenuti, per la successiva somministrazione alla clientela, prodotti ittici (astici e aragoste) senza che gli stessi fossero tracciabili e quindi di dubbia provenienza, attesa altresì l’assenza sulle confezioni delle prescritte indicazioni obbligatorie sulle partite di prodotti della pesca. Tali prodotti sono stati altresì posti sotto sequestro per un totale di circa 12 kg. Nella circostanza è stato elevato un verbale amministrativo di 1.000 euro di sanzione per mancanza della licenza doganale sugli alcolici.
 
 
 
 
 
Elevata una sanzione amministrativa di 1.500 euro, poiché all’interno del ristorante, gestito dal sig. R.G. (1944), venivano rinvenuti, per la successiva somministrazione alla clientela, alcuni prodotti ittici (pesce spada, polipo, ricciola, gamberone, seppia, cozze, etc) senza che gli stessi fossero tracciabili e quindi di dubbia provenienza, attesa altresì l’assenza sulle confezioni delle prescritte indicazioni obbligatorie sulle partite di prodotti della pesca. Tali prodotti sono stati altresì posti sotto sequestro per un totale di circa 60,5 kg. Nella circostanza è stato elevato un verbale amministrativo di 1.000 euro di sanzione per mancanza della licenza doganale sugli alcolici.
 
VILLA SAN GIOVANNI: Controllato n° 1 ristorante – zona lungomare – Esito:
informativa di reato per frode in commercio e cattivo stato di conservazione di alcuni prodotti ittici a carico del titolare R.S. (1952) dell’esercizio commerciale e sequestro penale di 580 kg (350 kg per frode in commercio e 230 per cattivo stato di conservazione) di prodotti ittici e del menù servito ai clienti. Nello specifico, all’interno dei locali del ristorante venivano rinvenuti alcuni prodotti ittici congelati/surgelati mentre dalla lettura delle pietanze indicate nel menù presenti in sala, si appurava che non vi era alcun riferimento sull’eventualità che le stesse potessero contenere o avere come base prodotto ittico congelato/surgelato, non indicando quindi la corretta informazione al cliente riguardo la qualità degli alimenti. Il medico veterinario intervenuto sui luoghi ha altresì accertato la presenza di alcuni prodotti ittici in cattivo stato di conservazione. Nella circostanza è stato elevato un verbale amministrativo per mancanza della licenza doganale alcolici di 1.000 euro di sanzione ed uno di 203 euro di sanzione per il mancato pagamento del canone rai.
Complessivamente sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria n° 3 titolari di esercizi commerciali dediti alla ristorazione e sono stati sequestrati circa 810 kg di prodotti ittici.
 
 
 
 
 
Alle attività di verifica ha altresì attivamente partecipato personale medico del Servizio Veterinario Area “B” ASP Reggio Calabria, che ha effettuato le visite ispettive al fine di certificare l’eventuale idoneità al consumo umano dei prodotti ittici posti in vendita o il cattivo stato di conservazione degli stessi.
Tutti gli atti di polizia giudiziaria sono stati trasmessi per le successive attività di convalida alla competente Procura della Repubblica di Reggio Calabria che in tutti i casi ha provveduto a emettere provvedimento di convalida dei sequestri operati dalla polizia giudiziaria.
Accertamenti della Direzione Territoriale del Lavoro di Reggio Calabria.
Le ispezioni hanno riguardato sei ditte, sono stati intervistati complessivamente n.68 lavoratori, di cui 9 sono risultati essere stati impiegati in nero, e sono state comminate sanzioni amministrative per un importo complessivo di €.29.000,00. Nel corso dei controlli sono state sospese due attività imprenditoriali, ai sensi dell’ articolo 14, del d.lgs. 81/2008, per l’impiego di personale non risultante dalla documentazione obbligatoria in misura pari o superiore al 20% del totale dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro.
 
fonte http://www.reggiotv.it/

CONTROLLI AGROALIMENTARI IN FIERA E MERCATI RIONALI LA FORESTALE SEQUESTRA 170 PRODOTTI

CONTROLLI AGROALIMENTARI IN FIERA E MERCATI RIONALI
LA FORESTALE SEQUESTRA 170 PRODOTTI PRIVI DI QUALUNQUE ETICHETTATURA
COMANDO PROVINCIALE CUNEO
 
 Si rendono noti gli esiti di una recente campagna di controlli in ambito agroalimentare che il Nucleo di Polizia Ambientale di Cuneo ha recentemente svolto insieme al Comando Stazione di Mondovì, in occasione della fiera di Vicoforte e di mercati rionali del circondario.
Nello specifico si è verificato se i prodotti posti in vendita riportassero le indicazioni obbligatorie nelle etichette, previste dalla normativa vigente, per garantire il diritto di un acquisto consapevole da parte del consumatore; indicazioni indispensabile anche per verificare la rintracciabilità del prodotto, presupposto fondamentale per garantire la sicurezza del consumatore circa la provenienza e la natura di quanto acquistato (e mangiato).
Le verifiche svolte a campione, poi proseguite presso le sedi legali delle aziende,hanno condotto al sequestro di 134 forme intere di formaggio di varie pezzature, così come di alcuni tartufi e di una trentina di salumi privi di qualunque segno distintivo recante il prezzo o il prodotto.
Un prodotto alimentare senza etichetta è un prodotto non tracciabile, quindi non sicuro. In virtù della vigente normativa (Decreto legislativo 109/1992) sono state dunque comminate, nel caso specifico, sanzioni per un importo complessivo di 11.166 €.
In altri casi si è invece accertato che erano posti in vendita prodotti pubblicizzati come di produzione propria mentre in realtà gli stessi venivano acquistati da ditte terze. Per tali episodi sarà contestato il reato di frode in commerci

In aumento sequestri merce contraffatta, +15% nel 2015

In aumento il sequestro di merci contraffatte in Europa. Nel 2015 le autorità doganali dell'Ue hanno sequestrato circa cinque milioni di articoli in più rispetto all'anno precedente. Un aumento del 15% rispetto al 2014. In totale, sono oltre 40 milioni i prodotti sequestrati alle frontiere esterne in violazione della proprietà intellettuale, per un valore di quasi 650 milioni di euro.
 
Secondo un rapporto della Commissione Ue sull'attività delle dogane pubblicato oggi, le sigarette rimangono in testa alla classifica degli articoli più sequestrati (27%), mentre i prodotti di uso quotidiano potenzialmente pericolosi per la salute e la sicurezza dei consumatori, ad esempio alimenti e bevande, prodotti per l'igiene personale, farmaci, giocattoli ed elettrodomestici, rappresentano nel complesso il 25,8% del totale. Il principale Paese d'origine dei prodotti contraffatti è ancora una volta la Cina (41%), seguita da Montenegro, Hong Kong, Malaysia e Benin. Il Benin è il Paese d'origine di gran parte dei prodotti alimentari contraffatti, mentre il Messico è la principale fonte di bevande alcoliche e il Marocco di altre bevande. La Malaysia è in testa per quanto riguarda i prodotti per l'igiene personale, la Turchia per i capi di abbigliamento, Hong Kong per telefoni cellulari e relativi accessori, schede di memoria, attrezzature informatiche, CD, DVD e accendini. Le sigarette provengono soprattutto dal Montenegro, i farmaci dall'India.
 
Oltre il 91% dei sequestri ha dato luogo alla distruzione delle merci o all'avvio di un procedimento giudiziario per determinare l'eventuale coinvolgimento del titolare del marchio contraffatto nella violazione.
 
fonte ANSA Europa

L'agricoltura e/e' il futuro del Sannio?

Esperti tutti seduti intorno ad un tavolo per confrontarsi  e chiedersi se l’agricoltura nel 2016 possa ancora rappresentare il futuro per un territorio marginale ma con tante peculiarità. Un tavolo a cui hanno partecipato le rappresentanze sindacali del settore agricolo ( CIA, Coldiretti, confagricoltura) il consorzio tutela vini, l’università del Sannio, Il Gal ( ex Tammaro ora Tammaro Titerno, Pietrelcina Benevento), la ricerca indipendente (Futuridea), la regione ( consigliere Mortaruolo) e la sottoscritta come soggetto geneticamente modificato, assente ingiustificato i rappresentanti del mondo del consumo.
Location dell’incontro la sala conferenza della fiera di Morcone, moderatore d’eccezione Nicola Matarazzo (pragmatico, accorto, ma anche pungente).
Tanti spunti di riflessione, alcuni contrasti, qualche mea culpa, ma soprattutto tanta voglia di “lottare” per proteggere le peculiarità che compongono i diversi tasselli di questo puzzle meraviglioso che è il Sannio.
Un tavolo necessario e che ha consentito un confronto  necessario soprattutto per capire in quale direzione si stesse andando, un modo, forse per alcuno scontato, cosa falsa, per conoscere le diverse progettazioni che ognuno ha posto in essere per supportare un comparto fondamentale ma ancora oggi la Cenerentola dell’economia locale. Un modo per creare la rete di competenze necessarie per avviare un nuovo progetto di pianificazione territoriale ed economico.
Dove si l’agricoltura è il futuro del Sannio ma insieme all'agroalimentare,  al paesaggio e al turismo
 

CAPORALATO: FOGGIA, DENUNCIATE SEI PERSONE

L’operazione è il risultato dell’attività svolta da una task-force composta da Forestali, Carabinieri e dal personale della Direzione territoriale del lavoro
Comando Provinciale di Foggia
 
Foggia, 19 settembre 2016  – Nell’ambito del protocollo di Cooperazione per il contrasto al Caporalato ed al lavoro sommerso e irregolare in agricoltura, sottoscritto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Ministero della Difesa e il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, sono stati predisposti piani di intervento congiunti al fine di contrastare il fenomeno dell’intermediazione illecita in agricoltura. Per il territorio di Capitanata, ove si sono spesso registrate simili tipologie di reato, in ottemperanza al Protocollo predetto, è stata costituita una task force con competenza provinciale composta da personale della Direzione Territoriale del Lavoro, del Comando Provinciale Carabinieri, del Comando Provinciale del Corpo Forestale di Foggia e del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro. La task force ha effettuato una serie di controlli mirati nelle campagne della provincia che ha consentito di attuare una decisa azione di contrasto al fenomeno del caporalato. Nel complesso, sono stati identificati e denunciati per “esercizio abusivo dell’attività di intermediazione di manodopera” (caporalato) cinque cittadini rumeni e un cittadino del Mali. Gli stessi, in particolare, esercitavano abusivamente l’attività di intermediazione di manodopera tra aziende agricole e  lavoratori. L’attività è stata svolta attraverso servizi di osservazione, controllo e pedinamento nelle prime ore del mattino, che partivano con l’individuazione dei furgoni a bordo dei quali salivano i braccianti agricoli. Successivamente i mezzi venivano pedinati e poi bloccati nel momento in cui stavano per raggiungere il fondo, dove avrebbero dovuto lasciare i malcapitati lavoratori. Nel complesso sono stati identificati 52 braccianti sia di nazionalità rumena che extracomunitari. Le vittime hanno ammesso che i conducenti dei furgoni offrivano loro l’opportunità di lavorare nei campi ma di non conoscere l’identità del loro datore di lavoro. Al termine della giornata il “caporale” corrispondeva loro la paga, trattenendo per sé da un minimo di 2 euro ad un massimo di euro 5 per ogni lavoratore occupato. Nell’ambito dei citati servizi, è stata sequestrata anche la relativa documentazione cartacea nella disponibilità dei “caporali” comprovante la loro attività illecita  e quattro furgoni che servivano al trasporto dei braccianti agricoli. Nel caso dell’attività svolta in località Borgo Mezzanone, nei pressi del CARA, ove era stato individuato un cittadino del Mali che trasportava a bordo del proprio furgone 19 suoi connazionali da avviare al lavoro nei campi, veniva rinvenuta e sequestrata altresì la somma di denaro pari a euro 1.126 in possesso dello stesso, composta di banconote e monete di vario taglio, ritenuta il provento della attività delittuosa. Il personale operante, composto da rappresentanti del Comando Provinciale Carabinieri, del N.I.L. dei Carabinieri di Foggia, del  Corpo forestale dello Stato e i funzionari dell’Ispettorato del Lavoro, sulla base delle risultanze investigative acquisite, ha quindi denunciato all’ Autorità Giudiziaria i sei sfruttatori in ordine al reato di illecita intermediazione di manodopera e attività illegale di mediazione tra domanda e offerta di lavoro ai fini di lucro.  L’attività ispettiva ed investigativa continuerà con sinergia da parte della task force che effettuerà ulteriori servizi volti a contrastare il fenomeno criminale in argomento.    

Rapporto conclusivo del Piano stagionale estivo GDF

 
 
La Guardia di Finanza, come noto, è impegnata in un’intensa attività operativa su fenomenologie di grande complessità, quali l’evasione internazionale e le più gravi frodi fiscali, gli illeciti in materia di spesa pubblica e la corruzione, l’aggressione agli interessi imprenditoriali e finanziari della criminalità, il riciclaggio; settori d’intervento nei quali il Corpo concentra da sempre i propri sforzi integrando le funzioni di polizia giudiziaria con quelle tipiche di polizia economico-finanziaria.
 
In questo contesto si è inserito, e aggiunto, a tutela dell’economia legale, il piano estivo dei controlli nelle principali località balneari, montane e nelle città d’arte a maggiore vocazione turistica, i cui esiti vengono diffusi oggi, proprio in occasione della fine della “bella stagione”, in coincidenza con la ricorrenza di San Matteo, Patrono della Guardia di Finanza.
 
Tra i molteplici risultati conseguiti dalle fiamme gialle, per effetto di quest’azione d’intensificazione dell’attività di contrasto all’economia illegale e sommersa durante l’estate 2016, si evidenzia quello sulla merce contraffatta, con oltre 26 milioni di prodotti irregolari e/o insicuri sequestrati nel corso di oltre 3.500 interventi, che hanno permesso di denunciare 1.600 responsabili e scoprire oltre 400 strutture, fra opifici industriali, depositi e laboratori clandestini.
 
Un concreto esempio in tal senso è rappresentato dall’attività condotta dal Comando Provinciale di Reggio Calabria, nell’ambito dell’operazione denominata “Easy brand”, che ha consentito di smantellare un’intera filiera di produzione e distribuzione di capi d’alta moda e accessori abilmente falsificati, provenienti dalla Turchia, dalla Cina e dalla Romania.
 
L’indagine ha consentito di “privare” il mercato del falso di oltre 150.000 pezzi e sequestrare 4 laboratori clandestini e 25 macchinari industriali; 37 responsabili sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria, 16 dei quali tratti in arresto in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare per il reato di associazione per delinquere finalizzata alla contraffazione.
 
Sul fronte delle accise sono stati controllati oltre 2.200 distributori stradali di carburante sul territorio nazionale, con più di 400 violazioni constatate neiconfronti dei gestori degli impianti. Nei casi più gravi, i responsabili, 46 in tutto, sono stati denunciati alle competenti Procure della Repubblica, pervenendo al sequestro complessivo di oltre 180 mila litri di prodotti petroliferi.
 
Nel corso degli oltre 18.000 controlli mirati alla tutela del commercio regolare, sono stati individuati più di 900 venditori completamente abusivi per totale assenza di licenze e permessi previsti dalla normativa commerciale e di pubblica sicurezza, mentre più di 6.300 sono state le violazioni fiscali commesse da venditori ed esercenti che, seppure in possesso delle prescritte autorizzazioni, avevano omesso di comunicare l’inizio dell’attività all’Amministrazione finanziaria o non avevano installato i misuratori fiscali.
Eseguiti, inoltre, più di 1.300 interventi a contrasto degli affitti irregolari, anche mediante il ricorso all’offerta on-line di seconde e terze case nelle principali località di villeggiatura: 1.400 le violazioni riscontrate, con il conseguente avvio di più approfonditi accertamenti fiscali.
 
In questo contesto si inserisce l’operazione “Black House”, condotta dalla Guardia di Finanza di Udine nell’area di Lignano Sabbiadoro, orientata alla scoperta di patrimoni immobiliari, talvolta cospicui, destinati a “locazioni turistiche” in violazione della disciplina di settore, oltre che fiscale. A seguito di una mirata attività infoinvestigativa e di analisi, avvalorata dalle risultanze di accertamenti condotti nei confronti di 10 agenzie immobiliari e 396 persone fisiche proprietarie di immobili, sono state individuate oltre 1.000 unità locate in maniera irregolare o totalmente “in nero”, con un’evasione constatata, in materia di redditi di fabbricati, pari a oltre 5,5 milioni di euro e un’IVA evasa dalle agenzie immobiliari per 450.000 euro.
 
Tra i casi più eclatanti scoperti, quello di un intero nucleo familiare che ha locato completamente “in nero” 33 appartamenti, ricevendo canoni per quasi 230.000 euro e di un singolo proprietario che, a fronte dell’affitto di 19 immobili, ha percepito redditi in evasione per 190.000 euro.
 
Da segnalare, inoltre, l’attività denominata “Black and Breakfast”, nel corso della quale i finanzieri del Gruppo di Viareggio (LU) hanno individuato e controllato numerosi soggetti economici, esercenti l’attività di locazione turistico-alberghiera, in completa evasione fiscale. Le fiamme gialle toscane hanno accertato l’esistenza di prestigiose dimore storiche nonché antichi casali particolarmente curati negli arredi e ricercati nei confort, riconducibili a persone fisiche e giuridiche in relazione alle quali è da subito apparsa l’evidente sproporzione tra i redditi dichiarati al Fisco (sovente di natura fondiaria) e l’elevato valore commerciale del soggiorno vacanza offerto on-line, che si aggirava mediamente tra i 4.000 e i 12.000 € a settimana. Complessivamente sono stati proposti per il recupero a tassazione 13 milioni di euro per ricavi non dichiarati oltre ad un’evasione IVA di circa 3 milioni di euro e la segnalazione di manodopera “in nero”. 4.400 i lavoratori irregolari scoperti nel corso di più di 2.000 interventi.
In tale ambito è da ricondurre l’operazione a contrasto del fenomeno del “caporalato” eseguita dalle fiamme gialle di Montegiordano (CS), che ha consentito di individuare un extracomunitario, punto di riferimento nella piana di Sibari per quegli imprenditori agricoli che necessitavano di manodopera illegale e a basso costo, risultato in contatto con un latitante e due persone in regime di “protezione” già affiliate ad una ‘ndrina locale. I lavoratori reclutati, alloggiati in stalle adibite a dormitori, in condizioni igienico-sanitarie degradate, erano costretti a lavorare senza precauzioni di sicurezza, percependo una paga inadeguata. Grazie al capillare esame delle transazioni finanziarie è stato ricostruito l’illecito giro d’affari del “caporale”, quantificato in circa 250.000 euro incassati in pochi mesi e trasferiti all’estero soprattutto attraverso servizi di money-transfer.
 
A tale ultimo proposito è da rimarcare che i controlli estivi 2016 della Guardia di Finanza sono stati anche affiancati da uno specifico piano di interventi mirati sui servizi di trasferimenti di denaro, per prevenire condotte finalizzate all’utilizzo dei circuiti di pagamento alternativi ai canali bancari per scopi di riciclaggio di proventi illeciti.
 
In particolare, a partire dal 1° luglio, sono stati eseguiti oltre 500 accertamenti presso altrettanti sportelli di money transfer, che hanno posto in risalto, in 140 casi, operazioni di trasferimento di denaro eseguite da soggetti gravati da precedenti di polizia.
 
Soddisfatto il Generale Giorgio Toschi, Comandante Generale della GDF: “Continueremo a operare con controlli serrati e rigorosi nei confronti di chi si pone al di fuori delle regole. Quindi, lotta alle forme di evasione internazionale più gravi e alle grandi frodi fiscali, contrasto alla corruzione e agli sprechi di denaro pubblico e massima attenzione – ha aggiunto l’Autorità di vertice delle fiamme gialle – a tutti i fenomeni che arrecano danno alle imprese e alla società civile, tra i quali vanno certamente annoverati i traffici illeciti, contrabbando, stupefacenti e contraffazione, e il riciclaggio dei proventi illegalmente accumulati dalla criminalità economica e dalle mafie”.