Auchan ritira dagli scaffali vino Doc AMARONE della Volpicella AGRIGENTO Classico.

 Prodotto contraffatto. Caos nei supermercati per falso vino già venduto a grossisti e supermercati.
 
Nel brunello c'è il tranello. Auchan ritira dagli scaffali il prodotto contraffatto. Nello specifico si tratta di tutti i lotti del vino DOC AMARONE DELLA VOLPICELLA "AGRIGENTO" CLASSICO 2008 codice ean 80028936000644 distribuita da NAIF INGROSSI S.R.L. e imbottigliato da:VINI VALLI VERONA S.R.L. – ITALIA. La catena della grande distribuzione, raccomanda quindi ai clienti di non consumare il prodotto e di riportarlo al punto vendita per il cambio o il rimborso. L’acquisto di prodotti contraffatti in particolare il vino presenta molti rischi, ricorda Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione che ha più volte richiamato l’attenzione delle autorità e dei consumatori sulle numerose frodi che riguardano il commercio di cibi e bevande nell’area UE , soprattutto perché potrebbero contenere sostanze nocive, vietate o pericolose per la salute. La dimostrazione che un prodotto DOC come questo vino sia facilmente esposto e venduto anche nelle grandi catende dei market, dimostra che quella della taroccatura è un mercato in piena crescita. Cifre impressionanti, che indicano come la strada maestra a tutela dei consumatori e della salute dei cittadini italiani sia quella di aumentare immediatamente la vigilanza contro il mercato nero e garantire una maggiore informazione ai potenziali acquirenti

Guardia costiera sequestro di pescato

Gli uomini della Guardi a Costiera di Soverato hanno durante le loro operazioni sequestrato  circa 499 Kg di prodotti alimentari, 
tra cui circa 130 kg. di prodotti ittici, privi di documentazione relativa alla tracciabilità-rintracciabilità, e al deferimento all'Autorità Giudiziaria di un ristoratore a causa del cattivo stato di conservazione degli alimenti, che poi avrebbe somministrato ai clienti.
I sequestri sono avvenuti nei primi 15 giorni del mese di Novembre. I sequestri hanno portato ad emettere  10 sanzioni amministrative per un totale di più di 17 mila euro per violazioni che vanno dalla pubblicità ingannevole per il consumatore, in quanto il prodotto surgelato o congelato veniva venduto come fresco; alla detenzione di prodotto ittico in cattivo stato di conservazione, con conseguenti pericoli per il consumatore; alla detenzione, per la successiva commercializzazione, del prodotto oltre la data di scadenza; alla mancata tracciabilità , in assenza della quale non si può risalire al luogo di origine dello stesso.

incontro formativo e informativo "Il sistema di controllo e le attività di contrasto alle frodi agroalimentari".

Lunedì 28 Novembre, presso la SSICA di Parma, si svolgerà l'incontro formativo e informativo "Il sistema di controllo e le attività di contrasto alle frodi agroalimentari".
 
Durante l'incontro con taglio pratico-operativo verranno esaminate e dibattute le criticità e le metodiche operative connesse alle attività ispettive, di audit e di indagine per l'acquisizione degli elementi di prova e l'attribuzione di responsabilità per una efficace azione di contrasto alle FRODI agroalimentari a tutela del prodotto, delle aziende e del consumatore.
 
 
L'evento, organizzato da SSICA e FederQuality e patrocinato dalla Commissione Europea e ACCREDIA, prevede l'intervento dell'Antirust riguardo alle azioni extraprocessuali di competenza dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e proporrà inoltre uno speciale approfondimento sugli accertamenti tributari obbligatori a tutela del consumatore.
 
 
 
Si ricorda inoltre che sono aperte le candidature a far parte del Comitato Tecnico Consultivo Multidisciplinare per lo studio delle criticità del Nuovo Sistema Controlli, istituito presso SSICA e nato in collaborazione con la DG Sante: un'occasione unica di confronto permanente e multidisciplinare tra i professionisti del Controllo Ufficiale e dell'autocontrollo aziendale che creerà reali sinergie e interazioni tra le parti.
http://www.federquality.org/
 

Pezzi di vetro nelle "Fettine di quorn alla mozzarella e al pesto": Migros le ritira.

Quelle «Fettine di quorn alla mozzarella e al pesto» non vanno consumate ma riconsegnate ai supermercati perché potrebbero contenere frammenti di vetro proprio dentro la mozzarella: è il richiamo emesso in queste ore dalla catena di grande distribuzione MIGROS, una delle aziende più grandi della Svizzera e la maggiore catena di grande distribuzione del Paese. Non si può escludere che nel prodotto, siano finite delle schegge di vetro. Il prodotto in questione è identificato dalla sigla numerica “art. n. 1309.038” con una data di consumo indicata tra il 4.11.2016 e il 30.11.2016. La notizia che sta girando su internet e via mail come un tam tam è stata confermata dall’Ufficio stampa e comunicazione di MIGROS. Le Relazioni esterne hanno precisato che non si tratta di uno scherzo o di una bufala come purtroppo accade a volte con gesti che gettano nel panico i consumatori ma di un richiamo vero diramato su tutto il territorio italo-svizzero e che riguarda solo i punti vendita della Svizzera. Il servizio comunicazione non ha precisato quante confezioni e se alcuni di queste siano già state riportate indietro dai clienti di MIGROS ma ha precisato che l’avviso è visibile in tutti gli store della catena mediante appositi cartelli di richiamo prodotti. Si tratta di procedure che scattano, fanno sapere da MIGROS, nel caso in cui lo stesso produttore avverta la catena di una anomalia oppure per segnalazione dei clienti che avvisano il servizio riservato a chi compra nel supermercato. Gli articoli possono essere restituiti in qualsiasi filiale Migros, ottenendo il rimborso del prezzo di acquisto. Nuovi guai per le multinazionali dell’alimentare, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare. Il problema dei corpi estranei che finiscono accidentalmente negli alimenti è una questione che interessa un pò tutte le aziende del settore. Le conseguenze in genere sono minime. Nei casi più gravi, fortunatamente rari, si tratta di lesioni alla bocca o danni ai denti: il nostro apparato digerente è attrezzato per proteggersi da questo tipo di incidenti e in letteratura scientifica non ci sono casi di danni all’apparato digerente dovute all’ingestione accidentale di frammenti di vetro.
 
 

Nas Bologna, controlli presso aziende alimentari: sospese due attività commerciali e sequestrate sette tonnellate di alimenti

I Carabinieri del NAS di Bologna, nell’ambito dell’operazione “SAPORI D’AUTUNNO”, volta a verificare la corretta filiera dei prodotti alimentati tipici dei mesi autunnali, hanno ispezionato oltre 30 aziende delle province di Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, riscontrando irregolarità in 9 aziende.
 
In particolare, per le gravi carenze igieniche riscontrate è stata disposta la sospensione di due attività commerciali (1 in provincia di Bologna ed 1 in provincia di Ravenna) e sequestrate circa 5 tonnellate di alimenti quali carni suine, carni bovine, selvaggina, salumi e formaggi, funghi e tartufi per un valore complessivo superiore a  300.000 euro.
 
Sempre nella provincia di Ravenna sono stati sequestrati oltre 150 kg di tartufo e circa 2 tonnellate di spezie, salumi e carni, tutti prodotti stoccati presso due aziende, privi di tracciabilità o scaduti, in diversi casi, anche da anni.
 
Infine, nella province di Bologna e Forlì – Cesena, presso cinque aziende, i NAS hanno sottoposto a sequestro amministrativo circa 3000 confezioni di ragù e sughi a base di selvaggina, nei quali è stata rilevata la presenza di Piombo in misura eccessiva rispetto ai limiti consentiti dalla legge, 300 kg di carni di selvaggina, 300 kg di funghi porcini congelati e tartufi sott’olio e 800 kg di confetture e sughi a base di funghi, poiché privi di tracciabilità e aventi scadenza superata anche da diversi mesi.
 
Le sanzioni amministrative elevate ammontano ad oltre 25 mila euro.

Olio e contraffazione Intervista all’Europarlamentare Nicola Caputo

 L’olio extravergine di oliva italiano è, insieme al formaggio e al vino, il prodotto più contraffatto a livello internazionale, oltre ad essere quello più soggetto a scandali.  Negli ultimi 3 anni numerosi gli scandali che lo hanno visto protagonista :  dall’articolo del New York Times sulle attività illecite fra USA e Italia, all’olio deodorato, fino alle irregolarità  su 6 noti marchi di olio italiano ( che di italiano avevano solo il nome ).  Molteplici quindi le perplessità e le “paure” che stanno serpeggiando in questi ultimi giorni, dopo che alcune associazioni di categoria hanno lanciato l’allarme sulle potenziali contraffazioni ed irregolarità a causa della scarsa produzione  dell’annata 2016.
Secondo la Coldiretti infatti, la produzione italiana  del  2016 è sufficiente solo per  6 mesi, con numerosi problemi sui costi e con possibili rincari dei prezzi oltre all’introduzione nel mercato di olio straniero. Si stima una riduzione di circa del 38% della produzione.
Per cercare di fare un po’ di chiarezza  e tranquillizzare anche il consumatore abbiamo chiesto all’EurpoParlamentare Nicola Caputo di rispondere ad alcuni quesiti.
Di seguito l’interivsta 
 
 
D. Il 2016 secondo alcune associazioni di categoria sarà ricordato come un anno nefasto per il settore olivicolo, non solo per la carenza produttiva ma anche per l’attacco da parte dei mercati esteri al nostro olio extravergine di oliva, quanto c’è di vero?
 
R. Per la campagna di raccolta appena iniziata si prevede una resa di circa 300 migliaia di tonnellate, in calo del 37% rispetto allo scorso anno. Tuttavia bisogna ricordare che è fisiologica un'annata in calo dopo il raccolto abbondante della scorsa campagna e sottolineare che l'Italia rimane comunque il secondo produttore mondiale dopo la Spagna e prima della Grecia.
A soffrire è stata soprattutto la produzione delle regioni del Sud Italia che hanno dovuto fare anche i conti con la mosca olearia, parassita che attacca gli olivi. Per la Puglia, primo produttore in Italia di olio e sulla quale incombe ancora l'emergenza Xylella, si stima una produzione in calo del 40%. Perdite ancora maggiori per la Sicilia e la Campania che crolla. 
La penuria produttiva attesa quest'anno porterà naturalmente a un sensibile aumento dei prezzi e purtroppo anche all'aumento delle frodi. Con la carenza di olio italiano aumentano infatti i rischi di inganni circa l’origine del prodotto.
 
 
D. Come l’UE tutela il mercato italiano? 
 
R. Nel mercato dell’UE qualità, autenticità e commercializzazione dell’olio d’oliva sono disciplinate e tutelate da due regolamenti principali: il regolamento (CEE) n. 2568/91 della Commissione, che definisce le caratteristiche chimiche e organolettiche dell’olio d’oliva e i metodi per valutarle, e il regolamento di esecuzione (UE) n. 29/2012 che stabilisce le norme di commercializzazione specifiche per il commercio al dettaglio degli oli di oliva. 
Per quanto riguarda la tutela dei produttori italiani di olio di oliva, l’UE offre agli Stati membri che lo ritengono necessario la possibilità di introdurre nei rispettivi programmi di sviluppo rurale misure di sostegno alla gestione dei rischi, tra cui contratti assicurativi e fondi di mutualizzazione che possono essere attivati in caso di eventi climatici avversi, fitopatie e infestazioni parassitarie. Per compensare drastici cali di reddito, l’UE permette anche agli Stati membri di valutare l’eventualità di programmare lo strumento di stabilizzazione del reddito.
 
 
D. Molto controversa è piena di lungaggini è stata la proposta fatta dall’Italia sulla legge a tutela dell’EVO poi detta del tappo antirabbocco, divenuta legge comunitaria 2013-bis (articolo 18, legge 161/2014), quali i motivi di queste lungaggini? Quale l’apporto dell’Italia?
 
R. In Europa, solo l’Italia, il Portogallo e la Spagna hanno deciso di abbandonare le vecchie oliere per lasciare il posto alle bottiglie di olio d’oliva con il tappo antirabbocco. 
Nell’UE infatti, ogni Stato membro può introdurre su base volontaria il tappo antirabbocco per l’olio d’oliva e le sanzioni per chi non rispetta le regole. Una decisione presa nel 2013 dopo che la Commissione europea – attaccata duramente da Gran Bretagna, Germania e Paesi Bassi – decise di gettare la spugna e fare retromarcia sull’operazione qualità per l’olio d’oliva. 
A tal proposito, penso che la Commissione europea abbia sbagliato a fare marcia indietro sulla proposta. Se la normativa europea fosse entrata in vigore in tutti gli Stati membri si sarebbero ottenuti risultati significativi sia sulla protezione del consumatore, che sui consumi.
La legge comunitaria 2013-bis, approvata dal Parlamento italiano, introduce l'obbligo del tappo antirabbocco per i contenitori di olio extra vergine di oliva serviti in tutti i pubblici esercizi. Dal 23 novembre 2014, le oliere messe a disposizione dei consumatori negli esercizi di somministrazione (bar, mense, ristoranti e pizzerie) devono obbligatoriamente essere dotate di etichette conformi alla normativa e di tappo anti rabbocco. Pertanto, non è più consentito l’utilizzo di oliere anonime o di bottiglie prive del sistema di protezione, pena pesanti sanzioni, da mille a otto mila euro, e confisca del prodotto.
Bisogna ricordare che una bottiglia d'olio extravergine su 6 in Italia finisce sui tavoli di trattorie, ristoranti e bar ed è necessario chiarirne l'origine, per garantire chiarezza e trasparenza ai cittadini e per tutelare i produttori da falsi e sofisticazioni che scippano ogni anno al Made in Italy agroalimentare 1,1 miliardi di euro. Con la legge comunitaria 2013-bis si mette quindi fine in Italia alle oliere anonime spesso riempite chissà quante volte, magari spacciando per extravergine un prodotto di basso livello. Viene garantita qualità, autenticità e origine dell'olio messo a disposizione del consumatore finale, ma si protegge anche la sua salute.
 
D. Quali sono i futuri passi che l’UE sta portando avanti per la sicurezza alimentare e per la tutela delle produzioni tipiche dei paesi?
 
R.Al recente Forum di Cernobbio della Coldiretti, al quale ho partecipato, è stata presentata la classifica dei cibi più pericolosi, dalle nocciole turche alle arachidi dalla Cina, dalle spezie indiane al pesce vietnamita, contenenti aflatossine cancerogene, pesticidi oltre i limiti, con problemi da infezioni microbiologiche o presenza di pericolosi livelli di metalli pesanti. Dinanzi a questa situazione non c’è più tempo da perdere e occorre rendere finalmente pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero per far conoscere anche ai consumatori europei i nomi delle aziende che usano ingredienti stranieri. Anche grazie ai miei input sia in commissione AGRI che ENVI, la Commissione europea ha finalmente deciso di portare avanti questa linea che, spero, potrà concretizzarsi in un provvedimento comunitario nei prossimi mesi.
 
 
Biografia Nicola Caputo
Deputato del Parlamento europeo del Partito Democratico dal 1 luglio 2014. Membro effettivo della Commissione per l’Agricoltura e lo Sviluppo rurale (AGRI) e membro sostituto della Commissione per l’Ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI).
 

Eviromental Prize, riconoscimento per la testata giornalistica www.frodialimentari.it

Un gran bel risultato quello ottenuto dalla nostra testata giornalistica, Sabato 12 novembre a Milano, presso la sala del 3 Municipio, ci è stato consegnato  l’”Eviromental Prize” ( indetto dalla SIMA onlus presiedutoda Alessandro Miani) per l’importante lavoro che stiamo svolgendo  a livello sia nazionale e oltre,   sulla tutela delle tipicità agroalimentari italiane. Un risultato ancora più importante visto  gli altri premiati:Michele Emiliano, Presidente di Regione Puglia; Alan Rizzi, giornalista; Ahmet Üzümcü, Premio Nobel per la Pace 2013 e Direttore Generale OPCW – Organization for the Prohibition of Chemical Weapons; Phillip e Patricia Frost; Marco Giachetti, Presidente della Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico; Umberto Solimene, Presidente FEMTEC – World Federation of Hydrotherapy and Climatotherapy; etc,.  Frodialimentari.it è una testata nazionale ma che ha i suoi natali nel Sannio. È stata costituita nel 2011 da un gruppo di giovani sanniti ( tra cui Anna Zollo, Francesco Cocca). Il pool di esperti che operano nella redazione di frodialimentari.it ha negli 
ultimi 6 anni lavorato alacremente per la diffusione delle buone pratiche oltre che a tutela delle imprese e dei consumatori, è stata co-organizzatore e media partner di numerose iniziative tra cui Amiexp
ò a Roma nel 2014, Food in Campania a Napoli nel 2013. La testata, ha inoltre, realizzato numerosi studi e condotto ricerche in collaborazione con le principali associazioni dei consumatori: MDC, Codici, Codac
ons, oltre ad aver organizzato convegni workshop con importanti istituzioni: Corpo Forestale dello Stato,   Fareambiente, CNA di Benevento. La testata vanta un comitato scientifico di tutto  prestigio: Paolo Russo parlamentare, Carmine Nardone sannita doc Giuseppe VADALÀ  Corpo Forestale dello Stato, Alessandra Guigoni antropologa ed  esponenti di spicco nel settore dell’innovazione nell’agroalimentare, docenti di Università straniere e tanti altri esperti nazionali. Il premio è stato ritirato dalla direttrice responsabile Anna Zollo
 
 

BENEVENTO, SEQUESTRO CASTAGNE

I prodotti erano venduti in assenza di rintracciabilità
  Il Comando Provinciale di Benevento del Corpo forestale dello Stato, al fine di salvaguardare la salute del consumatore, ha effettuato una serie di accertamenti relativamente alla vendita ambulante di castagne nel territorio della città di Benevento. Sono stati sottoposti a controllo diversi venditori localizzati in alcune zone adiacenti alla città, attenzionando gli aspetti relativi alla provenienza dei prodotti e alla loro etichettatura. Le verifiche hanno permesso di accertare numerose violazioni in materia di rintracciabilità per l'assenza di documentazione giustificativa della provenienza della merce. In particolare, alcuni ambulanti pubblicizzavano luoghi di provenienza come la provincia di Avellino, nota per la produzione di prodotti tipici fra cui le castagne IGP, senza averne alcun titolo ed al solo scopo di richiamare l'attenzione su di una zona pregiata di produzione. In virtù di quanto accertato sono stati sottoposte a sequestro decine di Kg. di castagne, in violazione al reg. CE 178/2002 e sono state elevate sanzioni per euro tremila. Inoltre, sono state irrogate sanzioni per occupazione di strada urbana senza alcun titolo. I controlli svolti dal personaòe del Corpo forestale dello Stato, che si pone a tutela dei consumatori e si prefigge l'obiettivo di garantire una corretta gestione della filiera agroalimentare, continueranno anche nel periodo delle festività natalizie.

Bottiglie di birra Brauhaus Faust esplodono sugli scaffali

  Attraverso un avviso pubblicato sul sito web, l'Ufficio federale della sicurezza alimentare tedesco (BVL) ha annunciato che è stato disposto il ritiro volontario dalla vendita delle bottiglie di vetro di birra analcolica Brauhaus Faust di Miltenberg, Interessati dal richiamo sono i lotti con la data di scadenza 14/06/2017 e 29/06/2017. Il ritiro, segnala Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, è stato effettuato dopo avere ricevuto diverse segnalazioni di esplosioni avvenute sia nelle case degli acquirenti sia nei  punti vendita. L'azienda, ha subito avviato una campagna di ritiro e di richiamo sia sul proprio sito internet e dopo avere diffuso un comunicato stampa. Nello specifico vi è la possibilità di scoppio della bottiglia a causa di sovrapressione per fermentazione secondaria. Il ritiro dei prodotti è avvenuto in Germania, ma data l'ampia risonanza che l'accaduto ha avuto nei notiziari in lingua tedesca, Giovanni D'Agata, ha ritenuto opportuno diffondere la notizia anche in italiano, per aiutare i nostri connazionali che potrebbero trovarsi all'estero e non conoscere bene il tedesco.

Listeria nel "Formaggio Gorgonzola dolce DOP S&D "a Marchio SI Invernizzi srl.

 CONAD Soc. Coop. ha ordinato in via precauzionale il ritiro. Non è da escludersi un pericolo per la salute per chi dovesse consumare il prodotto di gastronomia
 
 
Nel " Formaggio Gorgonzola dolce DOP S&D " a marchio " SI Invernizzi srl " con  Stabilimento di Via Romentino, 98 – 28069 Trecate (NO) e distribuito da CONAD Soc. Coop.è stata riscontrata la presenza di Listeria monocytogenes. Immediato è scattato il ritiro dal mercato. La catena di supermercati lo ha annunciato con una comunicazione ufficiale. Il ritiro riguarda tutti i punti vendita delle  Province di Ancona, Arezzo, Avellino, Belluno, Benevento, Bergamo, Brescia, Caserta, Catanzaro, Como, Cosenza, Cremona, Crotone, Ferrara, Forlì-Cesena, Frosinone, Gorizia, Latina, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Monza e della Brianza, Napoli, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Pesaro e Urbino, Piacenza, Pordenone, Potenza, Ravenna, Reggio di Calabria, Reggio nell'Emilia, Rep. San Marino, Rieti, Rimini, Roma, Rovigo, Salerno, Sondrio, Terni, Treviso, Trieste, Udine, Varese, Venezia, Vibo Valentia, Viterbo del lotto 16279048 confezione 200g. con scadenza minima 19.11.16. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia,non esclude che l'ingerimento del prodotto gastronomico possa provocare un pericolo per la salute, e mette perciò in guardia la popolazione. Il batterio della Listeria potrebbe provocare sintomi influenzali (febbre, mal di testa, malessere). Alle donne incinte e alle persone che soffrono di immunodeficienza e che accusano i sintomi descritti si consiglia di consultare un medico. Pertanto rilanciando l'allerta riportata dal portale della CONAD invita i consumatori di astenersi dall’acquisto del lotto interessato invitando chi lo ha già effettuato e chi lo ha in casa a non utilizzarlo e a riconsegnarlo al punto vendita, per il rimborso o la sostituzione.

Fino ad un anno di carcere per aver venduto cibo su un forum

Subito dopo il periodo estivo frodialimentari.it ha redatto un dossier sottoliendo il pericolo degli acquisti di prodotti alimentari 
nei mercativi dell'usato presenti nei social media "Social market: acquisti e frodi".
 
Articolo e dossier molto sottovalutato, anche se i dati ottenuti hanno messo in luce la "bonarietà" dei consumatori italiani.
Notizia di oggi( pubblicata da Leggo.it MAMMA VENDE CIBO SU UN GRUPPO FACEBOOK: A PROCESSO, RISCHIA UN ANNO DI CARCERE )
è il caso di una  mamma single, che rischia fino a un anno di carcere per aver venduto su un gruppo Facebook cibo fatto in casa.
La signora  si era iscritta nel gruppo 209 Food Spot, un forum alimentare in cui le persone di Stockton, in California, condividono le ricette. 

Napoli sequestrato un panificio che forniva 300 negozi

In una struttura    di 300mq circa, al cui interno vi erano 3 forni elettrici, 5 impastatrici, 2 celle frigorifere, gli uomini della polizia di NApoli  hanno seuquestrato sequestrando 3 quintali circa di pane già sfornato e pronto per la distribuzione a supermercati e negozi di alimentari.
 Inoltre sono stati sequestrati 50 quintali circa di impasto lievitato, pronto da essere trasformato in pane, panini, pizzette e graffe.  La struttura  è risultata molto carente, non solo dal punto di vista igienico, ma anche strutturale 
Il panficio forniva circa 300 rivenitori 

Sequestri dei NAS di Pescara nei centri di cottura mense scolastiche

I Nas di Pescara durante i controlli  nei due centri cottura centralizzati  al servizio delle mense scolastiche del capoluogo adriatico hanno sequestrato generi alimenntari non conformi, inoltre hanno acquisito  copia dei contratti per verificare se vi sia aderenza tra i documenti di gara e il cibo effettivamente somministrato. 
L'operazione è stata svolta in collaborazione con il personale del Comune di Pescara 

L'influenza aviaria alle porte d'Italia?

 Casi di influenza aviaria sono stati registrati al confine tra Germania, Svizzera e Austria. Lo "Sportello dei Diritti": le autorità sanitarie monitorino la situazione
 
Il pericoloso virus dell'influenza aviaria H5N8 è stato scoperto di nuovo in uccelli selvatici morti sul lago di Costanza. Le analisi di laboratorio eseguite finora, hanno confermato che la causa della morte è un virus dell’influenza aviaria. Da venerdì scorso, attorno al lago di Costanza vengono rinvenuti cadaveri di uccelli selvatici, per lo più morette. Sulla causa della morte non si hanno ancora riscontri definitivi, ma tutte le analisi finora eseguite sembrano identificarla nell’influenza aviaria, e più precisamente nel sottotipo H5N8. Poiché sono state rinvenute carcasse sia in Svizzera che in Germania e in Austria, le competenti autorità dei tre Paesi stanno lavorando a stretto contatto e decideranno a breve misure coordinate per impedire l’ulteriore diffusione del virus. Finora, non è chiaro chiaro se il virus è arrivato in Europa attraverso uccelli selvatici, mangimi o commercio di pollame. Chi dovesse rinvenire una carcassa è pregato di non toccarla e di rivolgersi alla polizia o a un guardiacaccia. Per ora non vi sono indizi che l’influenza aviaria del sottotipo H5N8 sia trasmissibile agli esseri umani. Ad oggi non si conoscono persone infettate dal sottotipo H5N8 mentre il rischio per la salute pubblica è "molto basso". Il virus, secondo quanto sottolineato a inizio anno dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), è ancora all'origine di diversi casi di infezione in tutto il mondo, dall'Asia all'Europa, e determina la morte di migliaia di volatili. La malattia, occasionalmente, può essere trasmessa anche agli esseri umani. In situazioni del genere, rileva Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” è comunque sempre utile che le autorità sanitarie a livello europeo e nazionale monitorino la situazione per evitare il diffondersi di contagi, che nel caso dell'influenza aviaria nel gran parte dei casi non riguardano l'uomo ma possono causare ingenti danni alla filiera alimentare.

Sperimentare Salute, il menu costruito dai ragazzi s

Grazie alla collaborazione del Comune di Roma, per una settimana, nelle mense di alcune scuole romane si servirà il menù scelto dai ragazzi. Questo è uno dei risultati raggiunti con il progetto Sperimentare Salute, realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità con il supporto del Ministero della Salute, Direzione Generale per l’Igiene e la Sicurezza degli alimenti e la nutrizione (ufficio 5).
 
Nel corso dell’a.s. 2015-2016, a 22 classi del 2° e 3° anno della scuola secondaria di primo grado, è stato proposto di realizzare il menù della mensa per una settimana, rispettando tutte le regole e tutti i vincoli a cui devono attenersi realmente le mense. Con il supporto degli insegnanti di scienze e tecnologia e accompagnati dai ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità, che hanno incontrato più volte i ragazzi, tutte le classi sono arrivate alla fine del lavoro, elaborando un menù diverso per ogni scuola che, la settimana dal 7 novembre 2016, grazie alla collaborazione con l’Ufficio Monitoraggio e Controllo Alimentare del Comune di Roma, sarà realmente proposto ai compagni.
 
Un lavoro complesso e interdisciplinare, che ha permesso ai ragazzi di confrontarsi con la realtà, di apprendere elementi di educazione alimentare in modo esperienziale e di comprendere quanto lavoro c’è dietro ad un servizio mensa.
 
Un grande successo, dunque, per istituzioni, scuole e  ragazzi!
 
Per saperne di più:
 
http://www.maestranatura.org/#/app

Carrefour ritira "LA NOSTRA ARANCIATA" della ditta Lurisia

Carrefour ritira "LA NOSTRA ARANCIATA" della ditta Lurisia per il rischio di possibile rottura della bottiglia di vetro
 
L’annuncio rivolto ai consumatori è stato diramato dalla catena della grande distribuzione Carrefour e riguarda un’aranciata per il rischio di rottura della bottiglia. Si tratta della bibita “La nostra aranciata” della ditta Lurisia, in bottiglia di vetro da 750 ml. Il lotto ritirato è esclusivamente i lotti numero EAN 8032919465108 – 275 ML (lotto 3816) e EAN 8032919465146 – 750 ML (lotto 3916) con scadenza minima di conservazione (TMC) 09/2018. Per eventuali informazioni contattare il servizio clienti di acque minerali s.r.l. al numero verde 800-277756 (orario ufficio), oppure tramite e.mail info@lurisia.it. Pertanto Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, rilanciando l'invito di Carrefour, consiglia ai clienti che hanno acquistato tale prodotto a non consumarlo. L’azienda chiede inoltre di aprire la bottiglia con attenzione, svuotare il contenuto e riportarla vuota al punto vendita per il rimborso.
 
 

FALSO PROSCIUTTO VENETO DOP

Sanzionato per aver evocato una denominazione protetta
 Il personale del Comando Stazione Forestale di Monselice nell'ambito dei controlli in materia agroalimentare a tutela del consumatore, ha effettuato indagini sul marchio "Prosciutto Veneto Dop".
Durante le indagini, il personale ha posto l'attenzione su un particolare prosciutto e, risalendo la filiera di produzione, si è recato presso un prosciuttificio della Bassa Padovana.
All'interno di esso, dal controllo della documentazione, si è appurato che i prosciutti, sebbene ritenuti non conformi al marchio di identificazione, venivano rivenduti con la denominazione "Tipo Montagnana, chiaro riferimento alla produzione del Prosciutto Veneto Berico-Euganeo.
Ritenuto che il fatto costituisse illecito ai sensi dell'art.2 del D.Lgs 297/2004, il personale ha comminato al produttore una sanzione di 4000€ circa.
Il Prosciutto Veneto Berico-Euganeo attualmente risulta essere un' eccellenza di nicchia conosciuta e diffusa principalmente nel territorio regionale, meritevole, soprattutto n quanto Dop, di una particolare tutela per salvaguardare le sue peculiarità.  

Dieta Mediterranea e gli italiani, cosa si sa a 6 anni dalll'UNESCO

Fra pochi giorni saranno 6 anni dall’inserimento  da parte dell’Unesco della dieta Mediterranea nella lista del patrimonio immateriale.
Un riconoscimento di fondamentale importanza, sia perché per la prima volta un regime alimentare è stato riconosciuto come un bene “culturale” sia perché così facendo sarebbe stato fatto quanto possibile per evitare che si perdesse un patrimonio di inestimabile   valore quale è quello dello stile e regime alimentare dei popoli mediterranei.
 
Nel 1997 L'UNESCO si è posta il problema di salvaguardare non solo beni materiali e quindi tangibili ma anche tradizioni che spesso non hanno una codificazione "scritta" ma sono tramandate oralmente nel corso delle generazioni;  
L’inserimento della Dieta Mediterranea non è stato semplice e di certo non celere:  la prima candidatura è stata presentata ufficialmente nel 2008 ma bocciata perché troppo generica e non coerente con i dettami della Convenzione sul Patrimonio Immateriale. Dall’analisi si è evinto infatti che la documentazione    non dimostrava i valori antropologici e le funzioni culturali e sociali della Dieta Mediterranea.  Un anno dopo, nel 2009, l'Italia decise di ripresentare un   dossier di candidatura in partenariato con Spagna, Marocco e Grecia, acquisendo il coordinamento del gruppo di lavoro internazionale, ma è stato solo il  16 novembre 2010, durante la quinta sessione del Comitato Intergovernativo dell'UNESCO per la salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità riunito a Nairobi, in Kenya,  che la Dieta Mediterranea viene iscritta all'unanimità nella prestigiosa Lista UNESCO. 
L’anno dopo furono  avviati i negoziati per l'allargamento del riconoscimento a tre nuovi Paesi (Croazia, Cipro, Portogallo) che sono arrivati  poi il 4 dicembre 2013 durante il Comitato Intergovernativo di Baku. Ottenere l’inserimento nella lista Unesco ( patrimonio materiale o immateriale che sia) non è a tempo indeterminato ma si è soggetti a verifiche e controlli  e, quindi, per  non perdere tale privilegio,  necessario svolgere attività ed azioni volte a garantire la vitalità del patrimonio culturale immateriale. Nello specifico per la Dieta Mediterranea, si fa riferimento a: l'identificazione, la catalogazione e la documentazione, la ricerca attinente all'elemento culturale; le misure, anche normative, per la preservazione e la protezione dell'elemento; la promozione e valorizzazione; la trasmissione dell'elemento, in particolare attraverso un'educazione formale e informale all'interno della comunità stessa.
Per poter rispettare tali requisiti è fondamentale, quindi, la compartecipazione di tutti gli stakeholder( attori sociali  economici ed anche singoli cittadini).
Quindi è stato facile porsi una domanda, ma quanto si sa della dieta mediterranea, quanto è conosciuta  dai  non addetti ai lavori? È stato quindi realizzata una indagine che potesse fotografare la realtà sia a livello nazionale che regionale ( prendendo in esame la Regione Campania, patria della Dieta mediterraea e una cittadina delle aree interne, Benevento)
Una prima indagine era stata realizzate nel 2015, ai 5 anni dall’inserimento e nel momento della presentazione di una proposta di legge alla Camera «La dieta mediterranea come filosofia di vita» da parte del Movimento ambientalista Fareambiente.
 
In base all’indagine realizzata lo scorso anno, alla presentazione della proposta di legge sulla dieta mediterranea  alla camera  si evinse che  il 43,5% del campione nazionale non fosse a   conoscenza che  l’ attività fisica fosse parte integrante del regime alimentare legato alla dieta mediterranea, e soprattutto rimase un po' perplesso di fronte al termine “piramide alimentare”,  solo il 24% è risultato essere a conoscenza che essa rappresenti la rappresentazione grafica dei principi nutrizionali della dieta mediterranea . 
L’indagine sottolineò anche la necessità di identificare al meglio i prodotti rientranti nel regime alimentare (con una maggiore identificazione ed etichettatura nei punti di vendita o somministrazione cibo, anche attraverso una più adeguata campagna promozionale, infatti il 50% del campione afferma di conoscerne solo alcuni e non tutti). 
In base a quel campione    solo il 10% dei prodotti nei menu erano rappresentativi della dieta mediterranea (questo dato è giustificato dal fatto che essi confondono i prodotti in base al luogo di produzione e quindi provenienza).
 
Confrontando quei dati con  quelli scaturiti  quest’anno si evince una leggera modifica  nei dati fra lo scorso anno e uesto in corso. Nello specifico la valutazioen dei dati prende in considerazione non solo il contesto  nazionale ma anche  quello regionale e provonciale. Il campione  rientrante nella Regione campania mostra come il 48% conosca il significato della Dieta Mediterranea ,quasi il 42%  nella Provincia di Benevento afferma di conoscere il regime alimentare, il dato più basso è quello nazionale con il 35%.
Sicuramente il 48% è influenzato dal fatto che il concetto di Dieta mediterranea è stato in queti ultimi anni molto dibatuto e nella Regione Campania, ove rientra anche il Cilento luogo dove è nata la DIETA MEDITERRANEA ad opera di Keys.
 
Per verificare l’attendibilità delle risposte è stato chiesto quale fosse la rappresentazione grafica della dieta. Il 50% del campione ha risposto la Pirmide alimentare.  Nella Regione Campania la percentiale  si alza al 67 % mentre nel Sannio è del 48%.
A questo punto è stato necessario verificare se il campione conoscesse il significato di dieta mediterranea. Sono state inserite alcune definizoni pressocchè similari,  il risultato è stato discreto, anche in questo caso il campione Regione Campania ( 56%) ha mostrato una maggiore conoscenza del termine, seguito da quello  nazionale ( 43%%), fanalino di coda la provincia di Benevento ( 36%).
Molti hanno attribuito il significato di dieta Mediterranea a  regime e piatti del mediterraneo, un modo troppo blando, anche se non errato di definire questo regime alimentare .
 
 
Anche per i non addetti ai lavori parlare di sana  e corretta alimentazione significa  utilizzare un regime alimentare e con frutta, verdura, attività fisica e riducendo gli zuccheri e la carne. Ma pochi sanno che queste  indicazioni sono i principi base su cui si poggia la dieta mediterranea e quindi non sanno che la rappresnetazione grafica è quella di una piramide in cui al vertice si trovano gli aliemnti che si devono consumere meno di frequente mentre alla base vi è l’attiivtà fisica e il consumo di frutta e verdura.
 
A sei anni dal riconoscimento  e all’insermento nella lista del patrimonio immateriale italiani sono a  conoscenza di questo importante traguardo?
I dati sono pressochè positivi, sempre il campione regionale è quello più informato con  l’88%, seguito sa quello nazionale con il 67% e fanalino di cosa è rappresentato da quello provinciale (BN)  con il 60%. Il dato più controverso è quello relativo al 60% che ritiene nel campione nazionale che la dieta non ha ottenuto nessun tipo di riconoscimento.
 
 
Ma gli italiani sanno quali sono i prodotti rientranti nella dieta mediterranea? E sui banchi di vendita sono identificati?
Per il 70% dei consumatori regionali non serve in quanto si consocono, in quanto  fanno parte della tradizional alimentazione. Percentuali più basse per i beneventani ( 55%).
 
Dall’indagine si evinto quindi come ancora non si abbia chiarezza sulla Dieta mediterranea, e volte bistrattata e molto sottovalutata, messa quindi al bando per mode più attuali quali quella vegana, bio, a zona e tante altre.
Da alcuni dati e ricerche si evince invece come la Dieta mediterranea possa rappresentare il vero regime alimentare sostenibile anche in termine di costi ed inquinamento.
La dieta mediterranea per sua natura tende a prediligere il consumo di prodotti di stagione localmente disponibili, riducendo sensibilmente, in questo modo, il contributo in atmosfera della CO2 dovuta ai trasporti.   per  scaricare il documento 

Anna Zollo

Sisma, in ginocchio le imprese di Norcia e zone limitrofe

Grossi danni alle imprese di lenticchie e produttrici di insaccati della zona colpita dall'ultimo sisma.

Non solo tantissime famiglie in mezzo alla strada e piccoli tesori architettonici distrutti, il terremoto ha messo in ginocchio un'industria che va dalla lenticchia di Castelluccio al pecorino dei Sibillini, dal vitellone bianco Igp alla patata rossa di Colfiorito fino al prosciutto di Norcia Igp che con una produzione

di 2.350 tonnellate fattura oltre 50 milioni di euro.

RISARCIMENTO ALLE AZIENDE AGRICOLE DEL TORINESE PER CONTRIBUTI COMUNITARI INDEBITAMENTE PERCEPITI

A seguito dell’indagine dell’estate 2015 conclusasi con la denuncia di diversi soggetti per truffa aggravata ai danni dell’Unione europea, ARPEA Piemonte ha emesso i primi provvedimenti risarcitori per recupero di somme indebitamente percepite per oltre 170.000 Euro.
Comando Provinciale Torino
 
 A seguito dell’indagine penale condotta lo scorso anno da
diversi Comandi Stazione del Corpo Forestale dello Stato della provincia di
Torino e di Cuneo congiuntamente alla Guardia di Finanza si accertava l’illecito
percepimento di contributi comunitari legati al Piano di Sviluppo Rurale per diverse
centinaia di migliaia di euro; lo scorso settembre sono state emessi da parte
dell’ente erogatore A.R.P.E.A. (Agenzia Regionale Piemontese per le Erogazioni
in Agricoltura) le prime richieste di rimborso per i fondi illegittimamente
percepiti. Dall’attività di indagine condotta da diversi Comandi Stazione del
Corpo Forestale dello Stato emergeva che per svariati anni, imprese agricole
piemontesi hanno ottenuto indebitamente ingenti contributi comunitari a
supporto dell’attività di pascolo in montagna.
 
Gli stanziamenti pubblici venivano ottenuti dai richiedenti
producendo falsa documentazione per il tramite di compiacenti centri di
assistenza agricola che attestavano la disponibilità e l’utilizzo di terreni
pascolivi che a seguito dei controlli effettuati apparivano essere inidonei al
pascolo.
 
La complessa indagine che vede fascicoli penali ancora aperti
in diverse Procure della Regione permetteva di mettere in luce come i
comprensori adibiti al pascolo fossero oggetto di contratti simulati e come gli
stessi venissero concessi, sia ad allevatori compiacenti che impiegavano tali
superfici per gonfiare le richieste di riscossione dei contributi europei, sia
a soggetti che realmente li utilizzavano per il pascolo del bestiame. 
 
L’organo regionale erogatore dei contributi A.R.P.E.A. veniva
indotto in errore dai responsabili del raggiro attraverso la presentazione di
documentazione in parte dimostratasi falsa e contratti d’affitto per il pascolo
su terreni montani sui quali non veniva realizzata alcuna attività. Oltre al
procedimento penale non ancora concluso sono stati aperti da parte dell’ente
erogatore procedimenti amministrativi volti al recupero delle somme indebitamente
percepite in eccesso sulle domande di contributo nei confronti di diverse
persone; grazie all’attività condotta dal Personale del Comando
Stazione di Lanzo Torinese al momento sono stati richiesti rimborsi a beneficio
dell’ente pubblico per una somma complessiva superiore a 170.000 Euro.