Continuano le interviste di frodialiemntari.it, questa volta abbiamo chiesto ad uno dei massimi esperti di sicurezza alimentare di rispondere ad alcune nostre curiosità.
Il personaggio sottoposto al fuoco di domande è Agostino Macrì poliedrico uomo, apprezzato dal mondo scientifico e consumristico per la sua sagacia e intelligenza. Ma chi è Agostino Macrì?
Il personaggio sottoposto al fuoco di domande è Agostino Macrì poliedrico uomo, apprezzato dal mondo scientifico e consumristico per la sua sagacia e intelligenza. Ma chi è Agostino Macrì?
Ha lavorato all’Istituto Superiore di Sanità come responsabile del Dipartimento di Sanità PubblicaVeterinaria e Sicurezza Alimentare. Ha pubblicato oltre 200 lavori su riviste scientifiche. Ha fatto parte di Comitati Tecnici Scientifici nazionali ed internazionali (Ministeri Salute e “Agricoltura”, Commissione dell’Unione Europea, Codex Alimentarius, EMEA, EFSA). Attualmente collabora con l’Unione Nazionale Consumatori dove è responsabile del “blog” www.sicurezzalimentare.it . Ha l’incarico di insegnamento “Ispezione degli Alimenti” presso il Campus Biomedico di Roma
1) Gentilissimo dottore, lei è stato dirigente dell’Istituto superiore di Sanità, quando ha scelto di collaborare con l’UNC?
Da quando sono andato in pensione. Ho ritenuto opportuno di mettere a disposizione dei cittadini le conoscenze che ho acquisito nel corso di oltre 45 anni di lavoro nel settore della sicurezza alimentare e della sanità pubblica veterinaria. Nell’UNC ho trovato una ottima accoglienza ed un ambiente giovane e motivato.
2) Negli ultimi tempi ha scritto degli interessanti articoli sull’OGM, prendendo posizioni che si discostano da quelli tradizionali, a cosa si deve questa sua posizione?
Le posizioni che Lei chiama tradizionali, a mio avviso, sono basate prevalentemente su presupposti ideologici che poco hanno a che vedere con le basi scientifiche. Con gli articoli che ho scritto ho cercato di illustrare nel modo più semplice cosa sono gli OGM, quali sono i pericoli ed anche i potenziali benefici che ne possono derivare.
3) la tecnologia può essere quindi valido strumento per tutelare la salute dei consumatori?
Le innovazioni tecnologiche, inclusi gli OGM, sono di fondamentale importanza per tutelare la salute dei consumatori. Bisogna ricordare che per “sicurezza alimentare” si deve intendere anche una adeguata disponibilità di cibo. Pochi sanno, o fanno finta di non sapere, che ci stiamo avvicinando pericolosamente alla fine dell’abbondanza di materie prime alimentari che in Italia importiamo in grande quantità. Quando sui mercati internazionali cominceranno a scarseggiare i cereali, la soia, la carne, il pesce, lo zucchero ecc., ci troveremo con tutta probabilità a cercare di incrementare le nostre produzioni primarie. Dovremo anche cercare di sfruttare al meglio ogni risorsa disponibile e le innovazioni tecnologiche saranno fondamentali anche per la nostra industria alimentare.
4) Oggi tutti parlano di frodi alimentari, tutta questa mediaticità, è positiva?
Quello che conta è la sicurezza degli alimenti che sono a disposizione dei cittadini. La “mediaticità” è assolutamente negativa, soprattutto quando non ci sono pericoli concreti per la salute pubblica. Ho la netta sensazione che certi interventi mediatici siano “pilotati” per favorire o avversare determinati interessi economici.
5) I consumatori e la crisi: un binomio di cui si parla molto anche nel settore alimentare. Qual è la situazione delle famiglie italiane e quanto incidono sulla sicurezza alimentare?
Paradossalmente la crisi economica può avere dei riflessi positivi. In primo luogo si potrebbe avere una forte riduzione degli sprechi alimentari. I cittadini inoltre sono stimolati a fare attenzione agli acquisti e, forse, anche ridurre i consumi che, obiettivamente, sono eccessivi. La cosa però non fa certo piacere alle aziende alimentari ed agli esercizi commerciali.
6) Secondo lei, questa crisi sta mutando l’approccio al consumo dei consumatori? E in che modo?
I cittadini cominciano forse a capire che gli alimenti presenti nei canali commerciali legali sono molto sicuri. Fanno più attenzione alle etichette, alla data di scadenza e quindi i loro acquisti sono maggiormente consapevoli e valutano anche con sempre maggiore attenzione il rapporto qualità/prezzo
7) Le frodi alimentari sono all’ordine del giorno ma per fortuna i controlli delle forze dell’ordine non mancano. La repressione è sufficiente, oppure è necessario attuare altre azioni?
Le frodi sono delle eccezioni e non si possono considerare all’ordine del giorno. Peraltro alle volte si tratta di problemi che non hanno niente a che vedere con la sicurezza degli alimenti. Penso che sia più importante accentuare le attività di prevenzione, come peraltro è stato indicato dall’Unione europea con il “Pacchetto Igiene” . Non sembra però che i Regolamenti Comunitari siano conosciuti a dovere.
8) Come incidono gli scandali del settore alimentare sul carrello della spesa degli italiani? I consumatori italiani cosa pensano e cosa sanno della sicurezza alimentare?
Gli scandali possono incidere anche pesantemente sul carrello della spesa degli italiani e questo dipende dallo scarso livello di informazione dei cittadini. Basti pensare che siamo riusciti a crearci danni imponenti con problemi inesistenti come è avvenuto con l’influenza aviaria.
9) I consumatori italiani conoscono l’italian sounding? E secondo la sua decennale esperienza nel settore durante gli acquisti, i consumatori tengono conto di questo fenomeno delittuoso?
A mio avviso l’”italian sounding” è un problema di carattere economico che va nettamente scisso dalla sicurezza degli alimenti. E’ interesse dei cittadini concorrere a tutelare le produzioni nazionali; non si deve però dire che certi alimenti siano migliori o peggiori di altri. D’altro canto non bisogna neanche penalizzare le aziende italiane che utilizzano materie prime di importazione: se lo fanno è perché non le trovano in Italia. Esiste poi il pericolo che le nostre aziende delocalizzino le produzioni in altri Paesi che possiedono materie prime e manodopera basso prezzo: a quel punto oltre al danno potremmo avere anche la beffa in quanto potremmo essere costretti a importare i prodotti “italian sounding”.
10) Quali strategie sono messe in campo dalle associazioni dei consumatori per garantire i cittadini nell’acquisto dei prodotti alimentari e cosa potrebbero fare di più le istituzioni?
A mio parere le associazioni dei consumatori, nel loro complesso, fanno poca informazione e sono molto sensibili alle “lusinghe” degli “scoop” scandalistici. Noi dell’Unione Nazionale Consumatori vogliamo tenerci lontani da questo trend, ma non è facile proporre ai nostri colleghi strategie condivise, perchè alcuni (che io definisco “smaniosi” di visibilità personale) scelgono di cavalcare gli “scandali”, piccoli o grandi, ogni qualvolta se ne presenta l’occasione. Le Istituzioni, da parte loro, potrebbero fare molto di più: esiste una grande frammentazione di competenze nella gestione dei pericoli alimentari e questo non facilita una buona collaborazione tra chi fa prevenzione e chi fa repressione. La conseguenza è che i “furbi” riescono spesso a sfuggire ai controlli anche se, fortunatamente, non fanno molti danni alla salute dei cittadini. Su questo ed altri argomenti, vorrei però segnalare gli approfondimenti contenuti nel blog www.sicurezzalimentare.it a cui tutti possono contribuire con commenti e critiche.
ANNA ZOLLO